Autosufficienza economica, il futuro dall’Europa
Oramai tra gli analisti economici e geopolitici c’è un pensiero ricorrente: cosa avverrà dopo la Globalizzazione Economica? Gli scontri tra i grandi blocchi per la supremazia dei mercati sta mettendo tutti contro tutti ed il nulla di fatto dell’ultimo G7 di Hiroshima ne è la controprova. La Cina vuole prendere il posto degli USA, gli USA che non vogliono cedere lo scettro e confermano l’embargo alla Cina dei semiconduttori di ultima generazione. Qualche giorno fa la Cina ha chiuso in patria, per «rischi sulla sicurezza nazionale», Micron un’azienda USA, produttrice di chip. Gli USA stanno investendo miliardi di dollari per rimpatriare le proprie aziende dislocate in Oriente. Il Giappone predica ragionevolezza dicendo apertamente che non vogliono conflitti armati nel sud est asiatico ma nessuno li ascolta. L’India ed il Brasile vogliono crescere reclamando un ruolo importante nell’economia mondiale e vanno per la loro strada. Intanto la Russia continua a fare la guerra rivendicando la sua fetta di mercato globale. E l’Europa? Tutti la tirano per la gonnella chiedendole “stai con me” ma per non fare torti a nessuno promette di stare con tutti! Fortunatamente la prostituzione nel mercato globale è vietata e sposarsi con qualcuno, visto le circostanze non è conveniente. Quindi alla vecchia Europa non le resta che intraprendere nuove strade, reinventarsi un nuovo ruolo. Cercare una alternativa al fallimento della Globalizzazione è possibile solo se riuscirà a cambiare l’etica e i vecchi valori del Capitalismo. L’idea di mettere davanti alle esigenze socio economiche dell’intera popolazione, gli interessi ed i profitti di pochi super ricchi ha dato come risultato l’aumento del disagio sociale e della povertà. Inoltre gli Stati dell’Unione non possono continuare ad aumentare il debito per sostenere gli interessi dei grandi potentati economico finanziari che operano e lucrano a livello globale. L’Europa non si può più permettere che l’avidità demoniaca intrinseca di banche e multinazionali mettano a repentaglio la vita e la dignità della gente comune.
Se vuole mantenere l’unità e gli interessi di tutti i suoi aderenti deve iniziare a risolvere i problemi del suo mercato interno. Continuare a pensare di produrre merci e servizi fuori dall’Unione quando possiamo farlo con maggiori professionalità e qualità a casa nostra, lo abbiamo visto, è un suicidio collettivo! L’aumento della disoccupazione e del precariato, l’erosione del potere d’acquisto nonché l’aumento dei sussidi governativi sono il prodotto della Globalizzazione che pesa soprattutto sulle nuove generazioni. L’innalzamento dell’età pensionabile giustificata come misura per contenere le spese dello Stato sono un’altra conseguenza dell’esternalizzazione economica che ha eroso le entrate tributarie. Tutta la Francia scesa in piazza a protestare per scongiurare questo salasso posto sulle spalle di vecchie e nuove generazioni, ha interpretato il dissenso dell’intera popolazione europea.
ALTERNATIVA NECESSARIA
Abbandonare la globalizzazione chiudendo completamente i mercati non è possibile ma creare un’alternativa è necessario ed urgente. Questa alternativa si realizzerà solo se verrà applicata l’Autosufficienza Economica. Ogni Stato dell’Unione dovrebbe essere concepito come Unità Socio Economica Autosufficiente ed essere in grado di raggiungere l’autonomia energetica auto producendosi in loco le fonti necessarie per il fabbisogno interno. Tutte le Unità Socio economiche dovrebbero diventare autosufficienti anche nell’approvvigionamento di materie prime, se non estraendole, attraverso dei processi industriali di riciclo oppure usando la ricerca e la tecnologia per creare nuovi materiali. Un esempio; in Italia la produzione del riso crea uno scarto chiamato lolla o pula (la buccia del chicco di riso) che viene già usata in edilizia per creare mattoni e isolanti a basso impatto ambientale e di costo. È stato stimato che la produzione di questo materiale di scarto sarebbe sufficiente per ricostruire tutta l’Italia. Se gli Stati diventeranno Unità Autosufficienti in energia e materie prime potranno garantire occupazione, salario per tutti e maggiori entrate tributarie per coprire pensioni e servizi primari (istruzione, servizi sanitari, altro). Perché produrre moduli fotovoltaici e pale eoliche in Cina se potremmo farlo in Europa? Il mantra dell’Europa deve diventare: “Creare lavoro, lavoro, lavoro e aumentare il potere d’acquisto dell’intera popolazione!”
Potrebbe sorgere la questione di quegli Stati che avranno problemi a realizzare tali obiettivi. L’Europa deve privilegiare gli scambi commerciali all’interno dei suoi confini attraverso un patto di eventuali aiuti reciproci basati sulle regole della cooperazione coordinata. Non avremo una nuova Europa se la via all’autosufficienza economica non sarà accompagnata da un progetto di trasformazione strutturale della macchina economica. L’applicazione dei fondamenti dell’Economia Tripolare velocizzeranno questo new deal ed il raggiungimento degli obiettivi dell’Autosufficienza Economica realizzerà la Democrazia Economica per i popoli di tutta I’Unione. In Europa è nato il Capitalismo, se realizziamo la Teoria dell’Utilizzazione Progressiva, qui può anche morire.
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