Il governo Meloni rispetti le promesse
Il nuovo governo della Presidente Meloni ha varato la Finanziaria 2023.
di Dante Nicola Faraoni
In campagna elettorale aveva promesso di essere il governo anti Draghi, invece hanno partorito un topolino. Una manovra da 35 miliardi di cui 22 per coprire l’aumento del caro bollette fino a Marzo; sembra un cerotto per sanare una emorragia grave! Il caro energia è misura urgente, ma senza copertura diretta, senza un ritorno nelle casse dello Stato è una misura una tantum pericolosissima anche perché, come dicono tutti gli analisti economici, a Marzo il problema si ripresenterà.
Se perlomeno fossero tassati gli extra profitti di quegli speculatori che hanno generato questa crisi energetica ed in generale di quelli che lucrano in borsa sulla depressione economica in atto, ci sarebbe stata una copertura sostanziale. Ma come è chiaro su tutta la manovra i super ricchi sono intoccabili, chi deve pagare sono soprattutto i poveri e la classe media! Una regola che oggi qualsiasi governo deve rispettare in maniera stretta è: “se io spendo dei soldi devono essere investiti senza indebitamento per le casse dello stato”. Quindi bisogna pensare a farli rientrare con la tassazione che non dev’essere iniqua e soprattutto non deve inibire il lavoro.
Dopo la fuga di Draghi da capo del governo tutti sapevano che trovare soluzioni per far ripartire l’economia non sarebbe stato facile ma questa finanziaria non tocca niente per quanto riguarda il rilancio della produzione, il lavoro, la disoccupazione.
Ci vuole coraggio e soprattutto ci deve essere la consapevolezza che la crisi è strutturale e di sistema. La globalizzazione economica controllata da poche migliaia di multinazionali e la sproporzionata concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, sono il male che strozza l’economia. Se non modifichi l’agenda Draghi che ha lo scopo di privatizzare ulteriormente i beni comuni mettendoli nelle mani dei soliti super ricchi, non hai scampo: inflazione e povertà continueranno a crescere con conseguente calo della produzione e dei consumi.
Per contrastare la disoccupazione e l’aumento della povertà anche tra chi lavora l’approccio della Teoria PROUT e’ di aumentare il potere d’acquisto attraverso l’incremento della produzione, di ridurre le differenze nel valore del patrimonio e di aumentare la circolazione di denaro, cioè mantenere il denaro in movimento. Si dovrà prestare attenzione alla possibilità di aumentare il livello di produzione”.
A nostro avviso qualsiasi altra forma di intervento peggiorerà la già grave situazione.
A. Aumentare il potere d’acquisto attraverso l’incremento della produzione.
Per contrastare la povertà dilagante la Meloni dice di voler togliere il reddito di cittadinanza. Bene! Allora il dovere del suo Governo è cercare un’occupazione a coloro che lo ricevono, non metterli in mezzo ad una strada! Questo primo punto della formula targata PROUT indica chiaramente che se non dai sufficiente potere d’acquisto alla popolazione non potrà avere accesso ai consumi. Quindi il lavoro, ed un salario in grado di fronteggiare l’inflazione sono la politica economica che un governo dovrebbe sostenere. Ciò sarà possibile se attraverso leggi e investimenti pubblici il governo sarà in grado di stimolare la produzione italiana di beni e servizi.
B. Ridurre le differenze nel valore del patrimonio.
Sostenere la logica: “se aiutiamo i più ricchi poi loro creeranno lavoro e occupazione per tutti” è un mito a cui non crede più nessuno. Anche durante la Grande Depressione del ’29 i Governi furono costretti a limitare i profitti dei più ricchi. Non basta più che la BCE aumenti di qualche decimo di punto percentuale il costo del denaro.
Il governo deve garantire delle politiche di ridistribuzione della ricchezza non solo tassando extra profitti e profitti finanziari ma anche innalzando per legge i minimi salariali che per lo meno siano legati all’aumento dell’inflazione. Sgravi fiscali per i redditi più bassi e aumento delle tasse sui patrimoni dei più ricchi.
Va compreso che il valore della ricchezza non è illimitato e se uno accumula troppo priva molti altri delle minime necessità. Se si vuole la ripresa dei consumi, affrontare il caro prezzi e combattere la povertà è indispensabile agire per ridistribuire la ricchezza attraverso sei processi di socializzazione dell’economia.
C. Aumentare la circolazione di denaro, cioè mantenere il denaro in movimento.
Un’economia in salute si vede dalla circolazione del denaro, dagli scambi commerciali in loco. Ciò è dovuto ad un forte equilibrio tra la domanda e l’offerta di lavoro, di merci, di servizi che a sua volta stimolano la produzione. Questo creerà un ciclo virtuoso per la circolazione del denaro mantenendo la crescita costante.
D. Si dovrà prestare attenzione alla possibilità di aumentare il livello di produzione.
E’ indispensabile stimolare gli investimenti in economia reale inibendo la speculazione sui prodotti finanziari nei mercati internazionali. Come è necessario indirizzare prioritariamente la produzione locale per le esigenze del mercato interno. Ciò sta a significare che bisogna mettere una pietra sopra alla globalizzazione economica restringendo le esportazioni solo a partner commerciali che stabiliscono regole di mercato condivise ed eque.
Lo Stato fa concorrenza a se’ stesso se aiuta le aziende che delocalizzano in Paesi dove la manodopera costa molto meno, la moneta locale ha un costo minore e non c’è rispetto per i diritti umani.
Inoltre lo stimolo e la crescita della produzione e’ molto legato al costo delle materie prime e dell’energia. Se c’è aumento dei prezzi in questi comparti tutta la filiera produttiva ne risentirà. È prioritario che i privati non speculino e non impongano i prezzi sul mercato delle materie prime che in sostanza significa dargli il controllo sul sistema economico.
E’ per questo motivo che nel sistema PROUT le materie prime, l’energia, l’acqua sono considerati beni comuni controllati dallo Stato che li deve gestire a costo zero senza perdite ne’ profitti.
Facciamo un esempio pratico di come il governo si dovrebbe comportare nella situazione odierna.
La produzione di energia e il risparmio energetico sono diventate priorità. E’ necessario autoprodursi energia, rendere le nostre case e le nostre attività economiche meno energivore. I governi precedenti, utilizzando Fondi Europei e Nazionali, hanno intrapreso una serie di iniziative. Superecobonus, Comunità Energetiche e altri bonus per stimolare il risparmio energetico potenziando la produzione di energia rinnovabile.
Tutto ciò ha stimolato la domanda e l’offerta nel settore edile e nella produzione e commercio di materiali e tecnologie annesse a questi scopi. E’ aumentata l’occupazione, il commercio e la produzione di beni e servizi di cui hanno beneficiato famiglie e aziende. Inoltre la crescita ha riportato denaro nelle casse dello stato attraverso la tassazione. Tutto bene? Non del tutto.
La produzione di tecnologie per realizzare impianti fotovoltaici e eolici viene prodotta quasi esclusivamente all’estero, perlopiù in Cina che detiene il monopolio in questi settori. Quanti miliardi di euro prodotti dalla nostra economia se ne vanno all’estero? Il governo deve stimolare e favorire la produzione di queste tecnologie in Italia, ciò aumenterebbe la crescita, l’occupazione, le entrate fiscali e la circolazione del denaro. Va fatto lo stesso anche in altri comparti economici. Solo creando questi cicli virtuosi si potrà uscire in maniera duratura dalla crisi.
Cara Presidente Meloni, caro Governo di centrodestra il cambiamento non si ottiene con le chiacchiere. Se è vero che siete l’alternativa al Governo Draghi e’ vostro dovere garantire il diritto alle minime necessità per tutti e ciò sarà possibile solo se sarete in grado di creare dei cicli virtuosi di redistribuzione della ricchezza. Il Governo dia delle risposte, necessita modificare il PNRR, da lì si vedrà dove vuole andare.
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