No alla guerra della disinformazione
di Dante Nicola Faraoni
La guerra in Ucraina non viene solo combattuta sul campo. Al dolore e allo sconcerto si aggiunge un’altra guerra, quella della disinformazione. Un’informazione soprattutto schierata che la maggior parte delle volte ci fa dimenticare che la guerra è una barbarie e non ci si può schierare. La guerra non ha vincitori perché anche chi predomina ha le sue perdite e le sue conseguenze. La guerra delle bugie e di chi la spara più grossa a favore o contro la NATO, la Russia, l’Europa, l’Ucraina c’è un ulteriore male che non contribuisce a realizzare una pace vera. Tanto meno chi utilizza le notizie per rafforzare la posizione del Governo Meloni inclusa una certa sinistra.
Diceva Eschilo: “la prima vittima della guerra è la verità”. Quello che vediamo nei media e nei social è una pratica strumentale inaccettabile fatta sulla pelle di chi la guerra la subisce. Consigliamo ai nostri lettori di ponderare bene quello che leggono e non dare giudizi di parte perché escluso il popolo sovrano e coloro che rispettano questo principio, tutti gli altri si possono dividere tranquillamente le colpe di questo e di altri conflitti sparsi per il mondo.
Con le statistiche che dicono 65% degli italiani dice No alla guerra, la RAI spedisce Bruno Vespa in Ucraina a chiedere a Zelenski di partecipare a S. Remo con il chiaro obiettivo di provare a ribaltare il giudizio dell’opinione pubblica! Quando però hanno visto che la protesta saliva e si stavano organizzando manifestazioni in piazza, hanno ridimensionato la cosa. È doloroso e fa molta rabbia vedere che la maggior parte della politica e delle nostre leadership, nonostante i traumi storici subiti dall’Italia in due guerre mondiali, riscontrino nella guerra e in Bruno Vespa un ponte per il futuro della democrazia e del progresso! Sono però in pochi a parlare del motivo per il quale è stata portata la guerra in Europa.
Chi afferma che la Russia ha attaccato l’Ucraina cercando di invaderla dice una mezza verità. Il conflitto in quella zona c’è da prima dall’invasione Russa alla Crimea. Si sapevano le forti tensioni ma in tutti questi anni nessuno dei potenti del mondo ha speso una parola, un’azione diplomatica concreta per riconciliare le parti, perché? Eppure delle contraddizioni geopolitiche di quella zona la storia rincorre contrasti tra i due pretendenti fin dai tempi dell’Unione Sovietica. Perché la UE o l’ONU non sono mai intervenuti per creare le basi della riconciliazione, per una pacifica convivenza tra le parti? I media devono dire che oggi le guerre si fanno per espandere i mercati, per interessi economici e che, quasi in toto, le leadership mondiali e “nostrane” accettano ciò dando le spalle a dolorose tragedie subite da milioni di persone.
Tutti gli analisti sanno che l’Ucraina è una zona strategica per l’accesso delle vie commerciali verso l’Europa Comunitaria. Inoltre è considerata il granaio d’Europa essendo uno dei più grandi produttori di cereali al mondo. Lo sa la Cina che vorrebbe aprirsi una delle cosiddette “vie della seta” dai porti del Mar Nero per rifornire più velocemente i Paesi del centro, nord ed est Europa. Ovviamente lo sa la Russia che prima ha reso dipendente dal suo gas l’Europa e poi ha iniziato a ricattare la Germania ed i paesi dell’est chiedendo maggiori sbocchi commerciali in EU. Con la scusa della Nato sono arrivati gli “Americani” non a difendere l’Europa ma a difendere i loro accordi commerciali con l’Unione Europea, minacciati da Cina e Russia che rivendicano la loro fetta. Ma è così sano essere per l’ennesima volta alla mercé degli USA? Non basta la cronaca giornaliera di una guerra, è necessario che i media ci raccontino i fini ed i veri motivi per cui questa guerra è stata pianificata.
Ci devono spiegare quali sono le convenienze socio economiche dei popoli europei ad affrontare ed accettare questa guerra. Certo che se giornali e TV sono controllati da uomini d’affari proprietari di multinazionali e da politici che mangiano sul piatto della globalizzazione economica, le possibilità di avere la verità sulla guerra sono minime. Chi in questo Paese fa informazione deve spiegare perché tutti si contendono a suon di cannoni l’Europa. La risposta c’è, siamo il mercato più ricco del mondo, in nessun Paese si spende tanto come fanno i cittadini europei. Tutti sbavano alle porte dell’Europa per accaparrarsi una fetta del nostro mercato e le distorte leggi della globalizzazione economica ne sono la controprova.
All’interno di questo brutto guaio in cui si è cacciata la UE, c’è da chiedersi con preoccupazione che fine farà il sogno di un’Europa pacifica, resiliente ed unita.
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