Questione di Genere
Ho inviato, tempo fa, una mail a Maurizio Crozza per sottolineare un aspetto interessante del titolo della sua trasmissione “Fratelli di Crozza”. Mi ha colpito infatti il riferimento ai soli fratelli d’Italia e non anche alle sorelle d’Italia.
Sono intrigato dalle tue esilaranti performance. In effetti fai un po’ di formazione sociale, un po’ di educazione civica, un po’ di galateo, e cerchi di risvegliare le coscienze assopite. Un grande compito!
Ma quando, riprendendo il discorso dopo una scenetta, ti rivolgi al pubblico dicendo: “Cari fratelli…”, trasalisco. In effetti ho un conflitto interiore, con questa frase più della metà dei presenti e dell’umanità che ti ascolta, viene dimenticata. Il 52% della società, le donne, le sorelle cade nell’oblio socio-economico-culturale.
Tu mi dirai che il termine ‘fratelli‘ include anche le ‘sorelle‘. Allora perché non utilizzare il termine ‘sorelle‘ per includere anche i maschi, si chiede l’Accademia della Crusca?
Per ritornare la giusta considerazione all’altra metà dell’umanità, dovremmo dire: “Cari fratelli e sorelle”, come il Papa Francesco che tu imiti alla perfezione. In effetti si dice che “un volatile non può volare con un’ala sola, ha bisogno di tutte e due” per indicare che l’umanità ha bisogno dei due generi in ruoli diversi, ma con la stessa dignità, in una cooperazione coordinata e non subordinata.
Il principio di “Uguaglianza sociale” rispecchia bene questo nuovo orizzonte. Siamo tutti esseri umani allo stesso modo sotto lo stesso cielo blu.
Gli uomini devono restituire alle donne il loro ruolo e i diritti sociali, economici perduti, altrimenti i primi se li devono accollare tutte. È un peso che noi uomini non possiamo sostenere e personalmente lo restituirei volentieri alle donne.
Che ne dici, caro fratello Crozza?
Ti ringrazio per l’eventuale considerazione e per il tuo contributo all’elevazione della coscienza degli italiani e delle italiane.
Tuo fratello Tarcisio
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La stessa cosa dicasi per il partito della Premier Meloni: Fratelli d’Italia.
Come, una donna al comando che considera solo i Fratelli italiani e dimentica il 52% delle donne?
Non ho scritto a Meloni perché la faccenda è un po’ politica. Mi chiedo, però, come mai non si voglia restituire dignità al ruolo della donna. Diciamo che il principio di “uguaglianza sociale”, spiegato nel concetto del Neoumanesimo di P.R. Sarkar, stabilisce che tutti siamo esseri umani con gli stessi diritti ma RUOLI diversi. Perché non accettare il ruolo fondamentale della donna e il ruolo fondamentale dell’uomo nell’evoluzione, con pari dignità e considerazione? Che le donne si organizzino come sono organizzati gli uomini. Esse non sono esseri umani di serie B anche se le interpretazioni dei precetti religiosi le hanno relegate in alcuni casi a schiave dell’uomo, a volte, succubi servitrici.
“Gli uomini dovrebbero restituire i diritti che le donne hanno consegnato nelle loro mani in un momento di debolezza e impossibilità di attuarli a causa del loro impegno per la famiglia, per la prole”. Sono gli uomini che devono restituire questi diritti e non le sole donne a riprenderseli afferma Sarkar.
Anche l’Università di Padova ha recepito i concetti chiave espressi dalla comunità europea riguardo il rispetto del linguaggio di Genere. Un primo passo in questa direzione.
Il Piano di uguaglianza di genere dell’Università di Padova 2022 – 2024 (GEP) è un documento strategico che definisce la strategia dell’Ateneo per promuovere l’uguaglianza di genere e le pari opportunità al suo interno. Ha un orizzonte triennale e si articola in obiettivi e azioni declinate nelle cinque aree prioritarie di intervento definite dalla Commissione Europea…
Il sito dell’Università di Padova è stato rifatto tenendo presente il rispettoso linguaggio di Genere e troverete una chiara presa di posizione nel menù di UNIWEB: Studenti / Studentesse...
E’ stato elaborato anche un manuale il Gender Equality Plan (2022-2024).
In un convegno sul linguaggio di Genere all’Università di Padova, Stefania Cavagnoli, professoressa associata a Tor Vergata di glottodidattica e linguistica applicata, ha affrontato, tra le altre questioni, il problema dell’invisibilità linguistica: quello che non si nomina non esiste.
Si sa è difficile per l’uomo far entrare nel suo raggio di azione la posizione della donna, nel qual caso dovrebbe prendersi tutte le sue responsabilità… Ma è anche un toccasana per realizzare un maggiore equilibrio sociale che beneficerebbe entrambi i generi e la società tutta.
Continua Stefania Cavagnoli. “Un contratto preliminare di compravendita è sempre al maschile, come se le donne non firmassero contratti”. Persino la Costituzione italiana è scritta al maschile. L’art. 36 recita: “il lavoratore ha diritto a una retribuzione…”; l’art. 37: “la donna lavoratrice ha gli stessi diritti…”. In alcuni articoli viene sottolineato che la donna gode degli stessi diritti, mentre in altri non viene sottolineato.
Il professore di linguistica italiana dell’università di Padova, Michele Cortelazzo, ha presentato il libretto prodotto dal gruppo di lavoro e distribuito durante l’incontro, all’interno del quale è presente anche un utile vademecum sulle regole della grammatica italiana per la trasformazione di nomi maschili in nomi femminili.
“Parliamo di maestra, cuoca, nuotatrice, infermiera, perché lo stesso trattamento non dovrebbero averlo parole che si manifestano al maschile come ministro, sindaco, assessore, avvocato, architetto, ingegnere, direttore o rettore?”.
Secondo Tullio De Mauro, linguista e ex ministro dell’istruzione, come riportato in un’intervista pubblicata nel 2016, “quando abbiamo iniziato a dire “ministra” e “sindaca” molti hanno sobbalzato. Ma le donne ministro o sindaco non c’erano mai state. Nato il ruolo è giusto che il vocabolario si adegui. La lingua ci autorizza a usare i femminili…”.
Ed ecco qualche esempio:
Termine Maschile | Termine Femminile |
L’Avvocato | L’Avvocatessa |
Il Rettore | La Rettora |
Il Portiere | La Portiera |
L’Architetto | L’Architetta |
L’Ingegnere | L’Ingegnera |
L’Assessore | L’Assessora |
Il Ministro | La Ministra |
Il Sindaco | La Sindaca |
Il segreto:
Alla pronuncia di una parola, immediatamente ci appare alla mente un’immagine associata. Se facessimo uno sforzo di cambiare tale immagine con una più appropriata, al femminile, diventerebbe tutto più semplice e naturale.
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