Terra agli Yanomami. In Brasile Lula caccia i “garimpeiros”
Avviata l’operazione dell’Agenzia di Protezione Ambientale Ibama contro l’estrazione illegale dell’oro nella riserva indigena. Una presa di posizione chiara del nuovo governo in favore di comunità indigene e ambiente
È incominciata l’8 febbraio l’operazione contro i ricercatori d’oro, i cosiddetti “garimpeiros”, che agiscono illegalmente nella riserva indigena Yanomami, in Amazzonia. Gli elicotteri militari “Black Hawak”, come riferisce il quotidiano Folha de Sao Paulo, sorvolano l’area.
Il principale obiettivo dell’operazione dell’Agenzia di Protezione Ambientale Ibama, in collaborazione con il Dipartimento agli affari Indigeni Funai e le Forze nazionali di pubblica sicurezza, è la distruzione dei macchinari utilizzati nell’estrazione dei minerali nel territorio degli indigeni, situato nello Stato di Roraima nel nord del Brasile. È il sostegno tanto atteso alle comunità indigene perseguitate.
Come ha rivelato il Rapporto della Hutukara Associação Yanomami l’estrazione illegale nella riserva degli Yanomami non si è fermata dal 2019. Più di 3.272 ettari devastati già nel dicembre 2021. I minatori hanno costruito aree illegali e siti estrattivi dannosi per l’ambiente.
Lo scorso 5 dicembre, sorvolando Roraima, i membri di Greenpeace e dell’Istituto Socioambiental (ISA) hanno individuato una strada illegale all’interno della riserva, lunga già 150 chilometri, oltre a quattro escavatori idraulici nelle vicinanze. «Quella strada è la strada per il caos. Trasformerà la terra indigena Yanomami in un vero e proprio inferno», ha dichiarato Danicley de Aguiar, attivista della campagna per l’Amazzonia di Greenpeace Brasile.
Un ennesimo attacco alle comunità indigene, a chi cerca da oltre 50 anni di difendersi dagli invasori, dalle azioni illegali sostenute da Jair Bolsonaro.
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