Ischia, mai più tragedie. Pianificazione Proutista!
di Dante Nicola Faraoni
L’anno appena trascorso si è concluso con la tragedia di Ischia. Con i suoi 12 morti a causa della frana che si è abbattuta su centinaia di case ci ha tristemente ricordato la fragilità ed i pericoli causati dal dissesto idrogeologico. Come dicono quasi all’unanimità gli esperti, non sono eventi naturali ma causati dall’incuria umana.
Secondo i dati del “Rapporto ISPRA sul dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio – Edizione 2021”, complessivamente il 93,9% dei comuni italiani (7.423) è a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera. 1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni. L’Italia è anche uno dei Paesi d’Europa a maggiore rischio sismico. Per la sua particolare posizione geografica, situata nella zona di convergenza tra la zolla africana e quella eurasiatica, la penisola italiana è sottoposta a forti spinte compressive, che causano l’accavallamento dei blocchi rocciosi.
I danni economici causati dagli eventi sismici, valutati per gli ultimi quaranta anni, ammontano a circa 135 miliardi di euro. Terremoti, inondazioni, smottamenti, ora anche la siccità ci inducono a pensare che la cura e la conservazione del territorio devono essere messe in cima alla lista delle priorità. Non possiamo più piangere ogni volta per i morti e per i disastri ambientali che l’incapacità delle amministrazioni pubbliche e private producono oramai in maniera sistemica.
Eppure l’amministrazione del territorio è agevolata e supportata da buone normative come il Piano di Assetto Idrogeologico; la Zonizzazione Sismica divisa in aree di pericolo 1; 2; 3; 4; Piano Comunale di Assetto del Territorio; Valutazione di Impatto Ambientale VIA; Valutazione Ambientale Strategica VAS; sono state rafforzate le leggi che regolano la Tutela del Paesaggio e altro ancora.
Abbiamo le normative ma non abbiamo un capillare progetto di pianificazione del territorio che revisioni e metta in sicurezza le persone, il patrimonio immobiliare sia residenziale che storico monumentale e la varietà dei territori siano essi montani, collinari, di pianura o marini.
Nel sistema PROUT, Teoria dell’Utilizzazione Progressiva la pianificazione territoriale mette d’accordo necessità economiche, sociali ed ambientali perché le risorse sia del territorio che umane non vengono mai sfruttate ma utilizzate per le esigenze collettive. Il bene comune deve prevalere sugli interessi di pochi. Prout prevede vari livelli di pianificazione territoriale ma la sua particolarità consiste nella partecipazione dal basso, nella condivisione della conservazione o trasformazione del territorio che deve partire dalle esigenze della popolazione locale.
La pianificazione proutista dal basso mette d’accordo le esigenze del territorio con le esigenze economiche degli abitanti. Deve garantire ad ogni singola persona le minime necessità (cibo, vestiario, abitazione, sanità e educazione). I surplus devono essere distribuiti tra quelli che, attraverso le loro professionalità ed il lavoro, aiutano questi processi di socializzazione e salvaguardia del territorio.
Uno di questi strumenti di pianificazione può essere riferito amministrativamente a livello Comunale e coordinati a livello di aree pari alle dimensioni delle nostre Province. Dovranno essere basati su un’attenta analisi territoriale e delle tipologie paesaggistiche presenti individuando le forti criticità e le numerose potenzialità. Inoltre dev’essere fatto uno studio approfondito dei principali strumenti di pianificazione vigenti ed in corso di adozione. Su queste basi verranno individuate le tematiche progettuali necessarie alla stesura della pianificazione.
Il paesaggio urbano, i centri storici e le periferie, gli ambiti naturalistici, i corsi d’acqua, i laghi e le coste.
Le aree dismesse o da bonificare dovranno diventare elementi propulsori per un nuovo paesaggio. Le discariche e le cave, le zone industriali dismesse diventeranno invece occasioni per riqualificare un territorio fortemente a rischio per il metodo di sviluppo finora utilizzato.
La pianificazione proutista dovrà quindi analizzare e individuare le Mitigazioni, le Riqualificazioni Ambientali, le Fruizioni del territorio, le Compensazioni.
Questi indirizzi dovranno innescare un processo di riqualificazione che vedrà il potenziamento e la valorizzazione del disegno urbano, agricolo e del verde consentendone una fruizione diffusa. Zone rurali e nuclei storici, la vivibilità delle periferie diventeranno così le cellule di un organismo che ricuciranno un paesaggio, in molte parti d’Italia, oggi profondamente dissociato.
Il messaggio che questa nuova idea di pianificazione deve far passare è quello che occorre riappropriarsi correttamente del territorio mettendo in sicurezza le nostre case, le nostre attività di lavoro, rispettando il mondo vegetale e animale che ci circonda. L’agricoltura, il turismo culturale, eco-ambientale e gastronomico devono diventare stabilmente settori trainanti del nostro Paese, che possono garantire circa il 40%; 50% dell’occupazione locale.
Il “Bando 21 Borghi”, oggi incluso del PNRR, va considerata una goccia d’acqua in un immenso mare di emergenze che il nostro territorio soffre ormai da troppo tempo. Non 21 Borghi ma tutti i 7904 comuni italiani aspettano un sistema di pianificazione in grado di sanare i pericoli idrogeologici e sismici per riconsegnare alle popolazioni locali certezze e sicurezze per il futuro. Oggi tutto ciò può sembrare per molti una utopia, un miraggio, un sogno ma la pianificazione proutista necessita di crescita di valori umanistici e neo umanistici non solo da parte della politica e dei rappresentanti delle Istituzioni ma anche dell’intero corpo collettivo che deve essere messo nella condizione di partecipare attivamente ai processi di pianificazione. E’ necessario che la questione morale ridiventi un argomento primario nelle scelte dello Stato. Non e’ piu possibile pemettere al malaffare e agli amministratori pubblici di lucrare anche quando succedono tragedie dovute alla cattiva gestione del territorio. Processi immediati e brevi; pene più severe per corrotti e corruttori.
Riprendiamoci la vita.
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