Guerra

Unione Europea. Fuori la Competitività dentro la Cooperazione Coordinata

Noi siamo europei

di Dante Nicola Faraoni

Ricercando il significato Competitività nel sito dell’Unione Europea viene fuori questa definizione: “Un’economia competitiva è un’economia il cui elevato tasso di produttività riesce a generare crescita di conseguenza, reddito e benessere. La competitività economica è da tempo una delle priorità politiche dell’Unione Europea. In tale contesto, l’Unione ha accelerato la sua transizione verso la neutralità climatica e la leadership digitale, che trasforma l’economia, la società e l’industria e richiede nuove tecnologie, investimenti e innovazioni per garantire che l’Unione rimanga competitiva, consentendo al contempo alle società ed economie dell’Unione di crescere e ridurre la povertà e la disuguaglianza”.

Questa confusa ed improbabile definizione dei fondamenti della crescita europea da’ il quadro del momento di crisi che l’istituzione sta vivendo. E’ poco credibile perché la povertà e le disuguaglianze in questi ultimi anni sono aumentate. La crisi energetica sta facendo ripartire in molti Paesi UE le centrali a carbone contraddicendo gli obbiettivi della competitività verso la neutralità energetica. Forse è perché c’è troppa “competitività” tra gli stessi Paesi UE che non si riesce ad accordarsi su un tetto sostenibile del prezzo del gas? Si! Come recentemente successo, la “competizione” la vincono gli speculatori che controllano le quotazioni di riferimento decise alla Borsa di Amsterdam sostenute dai governi di Olanda e Germania.

Dopo gli scandali del “Qatargate”, e della scoperta che l’Unione è completamente in balia delle lobby economiche di tutto il mondo è evidente che la fiducia dei suoi cittadini sia in fortissimo calo. Accettare la competizione a chi dona al politico di turno la mazzetta più alta e’ diventata la regola. Oppure l’Europa continuerà a giustificare in nome della competitività, quelle vergognose azioni di sciacallaggio che abbiamo visto dopo il default greco? Lì è stato permesso a finanzieri, multinazionali tedesche e francesi, in nome del rigore economico, di fare shopping a man bassa acquistando banche, aeroporti, compagnie di servizio pubblico e privato, perfino monumenti storici in un paese poco sviluppato come la Grecia. Competizione o sciacallaggio?

In questo periodo di transizione dove vengono messi in discussione tutti i tipi di relazione in ambito globale, il nostro auspicio è che l’Europa cambi la parola d’ordine competitività con cooperazione. Una Cooperazione Coordinata tra gli Stati dell’Unione dove le arretratezze economiche di uno Stato siano colmate da uno degli altri 27 membri. Che si creino interscambi commerciali che aiutino in maniera mutualistica le reciproche parti, che prevalga il principio di crescita solidale su quello di profitto unilaterale. Sul principio della cooperazione coordinata si dovrebbero costruire anche i rapporti commerciali con i Paesi extra UE.

Non e’ forse la competitività sui mercati globali di Russia, Cina e USA a mantenere la guerra ai nostri confini? La cooperazione coordinata tra i Paesi UE deve essere la sola risposta alle guerra in Ucraina creata dagli interessi di espansionismo economico dei Grandi Blocchi che si contendono l’Europa. Perché dovremmo produrre moduli fotovoltaici e altre tecnologie in Cina se l’Europa è in grado di farle? Perché dobbiamo far fare le nostre scarpe e altre manifatture in Russia se siamo noi Europei in grado di farle? Perché la UE deve commercialmente e finanziariamente essere messa perennemente sotto scacco dagli USA se sono loro ad avere bisogno di noi Europei?

L’Europa è una civiltà multicolore molto antica e saggia, possiamo insegnare agli “Americani” la cooperazione coordinata anche se le loro multinazionali e Wall Street non saranno molto d’accordo. Ai burocrati di Bruxelles va fatto un unico appello. Se c’è veramente la volontà di proseguire ed incrementare i valori di unità tra i popoli dell’Europa cambi il valore della competitività con i valori universali della Cooperazione Coordinata.

Che si imbocchi definitivamente la via alla solidarietà e si abbandonino i valori predatori della competitività globale causa delle attuali guerre in Europa e nel Mondo.

Dante Faraoni

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