Democrazia economica

Multe Quote latte: siamo al punto di partenza

di Tarcisio Bonotto

Nel 20° anniversario della prima manifestazione COPAGRI, contro le multe Quote Latte, non dovute, il 16 gennaio 2023 si è svolta, sempre all’Idroscalo dell’Aeroporto di Milano-Linate, una manifestazione per mettere un punto fermo sulla vicenda: la cancellazione definitiva delle procedure di multe QL, perché l’Italia non ha rispettato le normative europee in materia., secondo tre sentenze della Corte di Giustizia Europea.

Abbiamo già evidenziato le motivazioni di questa richiesta nel numero precedente del notiziario e qui diamo conto delle argomentazioni uscite dalla conferenza stampa di una rappresentanza del pool di avvocati che difendono gli allevatori.

Da notare che in 20 anni sono stati vinti dagli allevatori, tramite i loro avvocati, circa 6.000 ricorsi, vale a dire contestazioni alle multe; si sono evitati 6.000 pignoramenti dei conti correnti e dell’intera azienda. Si sono evitate crisi familiari, divorzi, suicidi e crisi sociali nei comuni di residenza.

 

Sono intervenuti gli avv.ti: Fabrizio Tomaselli, Ester Ermondi, Maddalena, Aldegheri, Paolo Tasso e il presidente Copagri Roberto Cavaliere.

Intervento
dell’Avv.to Fabrizio Tomaselli.

Oggi siete qui, perché quelli che sono dietro il tavolo non vogliono ripetere la tragedia di questi ultimi 20 anni, intraprendere ulteriori ricorsi e, magari solo tra 20 anni, vedersi nuovamente annullata la multa per consentire alla Pubblica Amministrazione di rimandarla ancora. Questo è il problema. Oggi quello che deve cessare non sono solo i pignoramenti, non solo le multe, ma anche i ricalcoli.

Perché devono cessare i ricalcoli? Perché, come già parlato con i colleghi e voi lo sapete perché è elementare, è evidente che laddove volessero applicare le sentenze della Corte di Giustizia Europea i ricalcoli dovrebbero essere complessivi e non individuali.

Prima di rimandare la multa a noi dovrebbero un attimo riflettere su quello che deve succedere: l’Ufficio Quote Latte di AGEA, ha scritto a me e al Ministero nel 2020, (i colleghi lo sanno e sono dati che tutti possono avere), “come AGEA se oggi dovessimo applicare le sentenze della CGE, (nelle quali noi dicevamo che AGEA aveva sbagliato i dati), la multa di 167 milioni di euro, per la campagna 1995-96, dovrebbe essere ripartita in questo modo: a 1972 aziende dovrebbe essere ridotta, a 7.487 aziende dovrebbe essere azzerata e a 5.984 aziende deve essere assolutamente inviata”.

L’anno dopo nel 97-98 le aziende alle quali Agea doveva azzerare le multe erano 8.946 e quelle a cui avrebbe dovuto inviare le multe erano 5.984. Perché rimandano a me i ricalcoli delle multe quando ho la procedura di annullamento in corso, e faccio parte magari di queste aziende a cui deve essere ridotta o leggermente aumentata la multa? Il problema è che lo STATO dovrebbe chiedere a queste 5.984 aziende di pagare le multe che in 20 anni non hanno mai pagato! (così avremmo multe meno salate per tutti…)

Il merito che dovremmo riconoscere alle Avv.sse Ester Ermondi e Maddalena Aldegheri, è ancor più grande per aver riconosciuto che, per il periodo successivo alle annate 2002-2003, precisamente nell’annata 2003-04 e 2004-05 la multa calcolata di 142 milioni di euro, doveva essere suddivisa tra le 15.000 aziende (dati ufficiali) che avevano splafonato (superato la quota assegnata).

Mentre l’AGEA, all’epoca, attraverso questi meccanismi (algoritmo errato, etc.) ha assegnato la multa a sole 1222 aziende. Se togliamo i presenti, 300 allevatori, restano altri 900… siamo tutti qui… L’AGEA ha affermato: “queste sono le indicazioni dell’entrata in vigore della legge 119 del 2003”.

Noi 3 avvocati eravamo al tavolo tecnico per la definizione di tale legge, era presente anche Gulinelli per AGEA. Fatta la legge siamo usciti e ci siamo detti “vediamo se trovano di nuovo qualche scappatoia per non applicare questa legge”.

Bene, semplicissimo, hanno visto com’erano ripartite le multe, hanno visto quali erano le aziende che avevano splafonato e hanno inventato una nuova legge, la 157 del 2004 che diceva: “tutti gli allevatori che non hanno fatto il versamento mensile (delle multe) al loro primo cliente (latteria, etc.), devono pagare la multa”.

Davanti ai giudici abbiamo ribadito: “questa legge è illogica, cosa significa dobbiamo pagare la multa perché il mio primo acquirente/caseificio non ha trattenuto e versato la multa?”. Probabile che non abbia voluto trattenerla, o non abbia potuto perché c’erano dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria in corso. Tu dai la multa a me (1.222 aziende) e non la dai agli altri (oltre 16.000, per questo motivo)?

La Corte di Giustizia Europea ha affermato: “questo criterio, questo meccanismo è illegittimo”, perché l’hanno redatto a tavolino, postumo”.

Che cosa succede con questa legge illegittima? Per l’annata 2004-05 la multa di 142 milioni di euro, non doveva più essere pagata da 1.222 aziende (con una media di 116.202€!), ma secondo i dati ufficiali che abbiamo, da 11.534 aziende (con una media di 11.312€).

Ciò significa che oggi in Italia vi sono più di 10.000 aziende dalle quali lo STATO, da 25 anni, non ha riscosso niente. Queste aziende hanno comunque ricevuto i finanziamenti UE, il PSR, mentre alle 1.222 aziende, multate, lo Stato ha pignorato le proprietà, sequestrato la PAC (contributo UE di sostegno al reddito per agricoltori/allevatori, che dovrebbe essere impignorabile!).

Per questa ragione abbiamo chiesto che ci fosse una manifestazione pubblica degli allevatori, perché dal punto di vista legale, si trovano sempre le scappatoie per non applicare le leggi.

Le 10.000 aziende graziate ogni anno da leggi illogiche non alzeranno mai la voce per dire, “vogliamo pagare anche noi le multe!”, e con questo meccanismo a tavolino hanno fatto in modo che le multe restassero in carico alle 1.222 aziende, a cui voi appartenete, massacrate dall’ingiustizia.

Questo è il concetto che deve passare. I ricalcoli (degli interessi sulle multe non pagate) non devono esistere per questo motivo. Se lo Stato volesse mettersi in regola sui pagamenti, allora i ricalcoli devono essere estesi a tutte le aziende e non concentrati solo su alcune di quelle che hanno splafonato.

A pensare male si può dire che, poiché i ricalcoli vengono fatti ancora a tavolino dall’Ufficio Quote Latte di AGEA, può essere che i funzionari selezionino le aziende a cui inviarli…

Quindi la richiesta è che lo Stato italiano debba far pagare le multe a queste 10.000 aziende da cui, in 20 anni, non ha mai riscosso nulla e poi vedremo per i ricalcoli.

Noi, delle 1.222 aziende, che non dovevano pagare queste multe milionarie, per i suddetti motivi, siamo passati per delinquenti, per coloro che toglievano i finanziamenti alle ricerche oncologiche per i bambini.

Di fronte a questi dati, grazie al lavoro che c’è stato, la preoccupazione che abbiamo è che affidarci alla giustizia, ai giudici, non è oggi un’equazione, non possiamo pensare che con questi dati e documenti uno più uno faccia due.

Perché i giudici che devono decidere sono gli stessi ai quali nel 2003 avevamo detto che, i metodi utilizzati da AGEA erano sbagliati, illegittimi, come ha asserito la Corte di Giustizia Europea in una frase molto chiara: “sono metodi discriminatori, che violano il principio di uguaglianza”.

Di fronte a un dato del genere il problema oggi non è il ricalcolo, è che la devono smettere, come ha detto il Prof. Germanò: (quand’eravamo in Commissione era stato maltrattato dall’avv.to di Coldiretti al limite dell’offensivo), “basta fare stupidate, tutte le volta che ci mettete mano fate una stupidata per coprire l’errore precedente. Questa volta fatelo, risolvete una volta per tutte il problema”. Ma per risolvere il problema bisogna essere prima di tutto onesti, e l’onestà non è in quel territorio, perché? Perché quando parli con il Ministro, qualcuno del suo entourage dice “dobbiamo sentire il parere dell’Avvocatura dello Stato”. E mi chiedo: “ma se è l’Avvocatura dello Stato che ha approvato le leggi di cui sopra, riconosciute anti-comunitarie dalla Corte di Giustizia Europea, ci possiamo ancora fidare di loro?

L’esperienza porta a non affidarci completamente alla giustizia, perché spesso non è uniforme e magari non pienamente consapevole delle problematiche delle quote latte, perché molte volte non esamina a fondo la materia, etc. Quindi il messaggio che deve passare è questo: “non c’è un’equazione precisa che se ho un tale avvocato passa l’annullamento della multa”.

Se ci si affida alla Giustizia la soluzione potrebbe essere bellissima perché ci sono alcuni giudici che annullano addirittura per prescrizione, come pure pessima perché i giudici ti dicono “non hai impugnato la cartella esattoriale, non posso fare nulla, paghi”. Tu gli dici: “era il 2015, voi mi davate torto”. Mentre oggi sono costretti a darvi ragione! Mi dice l’Avv.to Maddalena che alcuni giudici hanno compreso il problema, emettendo delle sentenze a nostro favore alla luce della verità dei fatti, non per altre ragioni.

Il problema a volte è la diversa opinione dei giudici sulla vicenda tanto che spesso rigettano i ricorsi per eccezioni di inammissibilità, che altri giudici non condividono e come tipico esempio ricordo la contestazione di inammissibilità dei ricorsi collettivi dopo che, per circa vent’anni, sono stati ritenuti corretti. Questa è la realtà giudiziaria pazzesca, pazzia allo stato puro.

Voi avete ragione da spendere, la nostra parola comunque di avvocati non vale niente, affidatevi pure a 30 specialisti, ma se dovete affidarvi a qualcuno affidatevi a specialisti di buon senso, non a coloro che vogliono solo portare a casa la parcella, perché non risolvereste il problema.

Oggi siamo qui per dirvi che questo gioco al massacro deve finire. Fatevi sentire in tutte le sedi.

I numeri che vi ho dato sono ufficiali, sono in mano ad AGEA, al Ministero delle Politiche Agricole, al MEF, però con soli questi numeri, se non ci facciamo sentire, loro vanno avanti come hanno sempre fatto.

Fanno il pignoramento. Non hai la sospensione del pignoramento? Loro vanno avanti. Non hai la sospensiva della multa, loro vanno avanti. La gente è esasperata, non ce la fa più.

Spero di essere stato chiaro e non aver tolto spazio a nessuno.

Tarcisio Bonotto

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Tarcisio Bonotto

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