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In un tempo di transizione profonda, l’Europa si trova a un bivio storico. La sua identità, mai veramente unificata se non su basi economiche e burocratiche, mostra ora tutte le sue fragilità. Tra queste, il nazionalismo che con la degenerazione imperialista, ha causato sofferenze inenarrabili nella storia del continente, si sta riaffacciando sotto nuove forme, giustificate da esigenze di sicurezza, autonomia strategica e competizione globale.
Oggi più che mai, emerge la necessità di una visione neoumanista per l’Europa: un paradigma basato sull’autosufficienza economica, sull’equità nella distribuzione delle risorse e su una collaborazione autentica tra i popoli, anziché sulla competizione esasperata.
Mentre potenze come Cina, Corea e Giappone perseguono modelli di espansione commerciale aggressiva, il mercato europeo ha invece la possibilità concreta di diventare autosufficiente, ricostruendo filiere produttive locali e spezzando la dipendenza da logiche globaliste che arricchiscono soltanto le multinazionali. Come proposto da Sarkar, il fondatore del Prout, ogni area socio-economica dovrebbe tendere alla massima autosufficienza, attraverso reti collaborative e piani economici territoriali.
La Fine della Maschera Democratica
Il capitalismo, che per decenni ha illuso i popoli con la retorica della libertà e della democrazia liberale, sta mostrando il suo vero volto: un’ideologia dello sfruttamento. Quando la maschera cade, rimane solo la logica nuda della forza. Non sorprende che oggi il capitalismo globale stia virando verso un capitalismo di Stato, dove l’interesse nazionale è usato per giustificare l’accaparramento di risorse strategiche e la corsa agli armamenti.
Il caso della Germania è emblematico. Con investimenti massicci nel settore militare e infrastrutturale, essa si prepara a un futuro in cui la potenza economica sarà sostenuta anche dalla potenza militare. Ma questa deriva, lungi dal rafforzare l’unità europea, rischia di accentuare le disuguaglianze interne, preparando il terreno a nuovi conflitti per il controllo delle materie prime, come nel caso ucraino.
Un’Alternativa Etica e Solidale
Per evitare il collasso rovinoso del capitalismo — inevitabile se continuerà su questa strada — è urgente una presa di coscienza collettiva. Il Prout, attraverso la sua filosofia universalista, afferma che le risorse del pianeta sono un patrimonio comune dell’umanità e che nessuna nazione, gruppo o individuo può arrogarsi il diritto esclusivo di sfruttarle.
MDE propone un’alternativa fondata sulla cooperazione coordinata, sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione oltre una certa scala, e sulla pianificazione economica partecipativa. Le grandi imprese devono diventare cooperative, al servizio della comunità, e il sistema fiscale deve essere trasformato per favorire la produzione reale e non la speculazione.
La Visione Neoumanista come Faro per l’Europa
Oggi sentiamo fortemente la mancanza di una visione etica, integrata, orientata al benessere di tutti. Il Neoumanesimo è questa visione: una proposta che unisce spiritualità e azione concreta, che rifiuta lo sfruttamento e afferma il diritto di ogni essere vivente a vivere con dignità.
L’Europa può ancora scegliere: continuare a seguire la via dell’imperialismo economico e del riarmo, oppure intraprendere una nuova strada basata su solidarietà, autosufficienza e rispetto per tutti gli esseri viventi. MDE, Movimento per la Democrazia Economica, è pronto a indicare questa direzione.
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