Uno dei dibattiti aperti nella Sinistra italiana è l’idea di Progresso. La necessità di ridefinire il nesso libertà-appartenenza è fondamentale per indicare la direzione politica che i movimenti progressisti devono intraprendere. Quale dovrebbero essere i chiarimenti da operare in una coalizione progressista per far fronte alla crisi di leadership ideologica che corrisponde anche ad una crisi di identità del pensiero progressista?
Secondo il Prout il concetto di progresso è profondamente diverso rispetto alla visione dominante nel modello economico neoliberista o tecnocratico. Il progresso non può essere unidimensionale (limitato alla crescita economica o tecnologica), ma multidimensionale e integrato, includendo lo sviluppo fisico, psicologico e spirituale. La Teoria dell’Utilizzazione Progressiva non indica il progresso solo come un avanzamento lineare, ma un’evoluzione olistica in cui l’individuo e la collettività avanzano in armonia con le leggi naturali, psichiche e spirituali. Questo progresso deve rispondere ai bisogni essenziali (economici, sociali e culturali) e favorire l’espansione della coscienza.
Il progresso è un movimento continuo espresso sia individualmente che collettivamente sulle tre dimensioni dell’esistenza umana
Il concetto di Pramá, che significa “equilibrio dinamico”, è centrale nella filosofia del Prout. Questa legge della dinamica si applica:
Prama propone un nuova concezione di dinamismo sociale dove il progresso reale non si misura, come contemplato dalle teorie neoliberiste, con i parametri del PIL o della crescita materiale ma con l’espansione delle possibilità umane e la capacità di armonizzare lo sviluppo personale con il benessere collettivo.
Il Progresso è inscindibile da un approccio etico e spirituale. La Questione Morale, come ci ha insegnato Enrico Berlinguer è la base per una società sana, ma non il punto d’arrivo: serve a stabilire le fondamenta per una ricerca degli equilibri sociali più profonda. L’evoluzione collettiva richiede:
La Sinistra o meglio una Coalizione Progressista se crede nella creazione di una alternativa al modello dell’individualismo del libero mercato e del collettivismo autoritario, deve iniziare a lavorare sulla base dei valori sopra elencati altrimenti il cambiamento non sarà possibile. Il “lavoro culturale”, quindi, è essenziale per costruire un modello politico ed economico basato su solidarietà, inclusione e sostenibilità.
Creare un programma su basi Progressiste
Una coalizione progressista capace di creare un’alternativa credibile deve costruire un programma su questi valori applicati alla rinascita dell’economia del nostro Paese e dell’intera Unione Europea. Per realizzare ciò è necessario avere strumenti per affrontare la concentrazione della ricchezza ed i monopoli da un lato e la povertà che aumenta dal lato opposto. Questi due estremi, che corrispondono all’attuale crisi sociale ed economica, devono essere affrontati sulla base di un nuovo paradigma. I sistemi economici attuali sono basati sulla Centralizzazione Economica, la produzione di beni e servizi è orientata alla massimizzazione dei profitti. Questo è un difetto dei sistemi Capitalisti. Prendendo la storia economica e statistica degli ultimi cento anni dell’Italia o dell’Europa occidentale è facile comprendere che all’aumento della concentrazione del valore della ricchezza ha sempre corrisposto un aumento della povertà sia assoluta che relativa. La Centralizzazione Economica:
In contrapposizione, il PROUT propone un modello basato sulla Decentralizzazione Economica, dove la produzione è orientata al consumo piuttosto che al profitto. La produzione è pianificata per soddisfare i bisogni locali e collettivi.
Il concetto chiave “Produzione per il consumo, non produzione per il profitto” sintetizza l’etica economica del PROUT:
La decentralizzazione economica mette l’essere umano al centro dell’economia, ciò sarà possibile solo se si metterà un limite al profitto. Le società basate sui valori del materialismo non possono dare risposte alle esigenze sociali ed economiche dell’intera popolazione. Sia Comunismo e Capitalismo non sono riuscite a dare risposte a queste necessità perché negano i diritti umani e negano sia la povertà materiale che quella mentale.
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