Economia

Mettere al centro della ripresa economica la Povertà: PIL vs Potere d’Acquisto

La discrepanza tra dichiarazioni della politica e realtà economica evidenzia la necessità di un approccio più realistico e sistematico alla gestione economica. Il sistema della Centralizzazione Economica si basa sulle indicazioni della crescita del PIL. Questo dato statistico non ci indica mai in quali tasche va la crescita ed è questo il motivo per cui le povertà continuano ad aumentare e chi usufruisce dei benefici della crescita continua a diminuire

 

 

Il sistema della Decentralizzazione Economica proposto dal Prout, necessario per affrontare qualsiasi tipo di povertà, è la base economica per creare una crescita bilanciata dove le disuguaglianze diminuiscono perché il dato che determina la crescita è la Capacità di Potere d’Acquisto delle singole persone. In economia questo dato ha una valenza universale: prende in considerazione la condizione economica del super ricco, del ricco, della classe media, dei salariati in povertà relativa, dei disoccupati in povertà assoluta e degli inattivi per la maggior parte poveri. 

 

L’ISTAT riporta che in Italia abbiamo 5,7 milioni di persone in povertà assoluta (2,2 milioni le famiglie) mentre le famiglie in condizioni di povertà relativa erano, nel 2023, più di 2,8 milioni, per un totale di oltre 8,4 milioni di individui. La lotta alla povertà deve essere messa al centro della rinascita economica. Non è solo un fatto di Questione Morale ma di indirizzi che dobbiamo dare all’economia.  Nell’economia centralizzata coloro che accumulano profitti non hanno nessuna responsabilità nei confronti dei milioni di disoccupati e inattivi. Nell’Economia Decentralizzata per dare potere d’acquisto è necessario creare lavoro: l’occupazione è il fulcro di questo sistema. E’ una priorità che deve superare di gran lunga la massimizzazione dei profitti in funzione della redistribuzione della ricchezza. Tutto ciò non è solo ideologico, nelle esperienze di crescita economica diffusa si è sperimentato la velocità della crescita, la dinamicità della produzione, l’espansione diversificata dei consumi che determinano aumento dell’occupazione e soprattutto aumento diffuso del potere d’acquisto. Ricordiamo il boom economico degli anni sessanta oppure i valori dati dalla crescita diffusa negli anni ottanta in Regioni come Emilia Romagna e Veneto.   

 Quanto costa allo Stato la povertà?

Considerando i numeri enormi della povertà, gli interventi finanziari dello Stato per affrontarla sono minimi. Un intervento pubblico per affrontare misure di sostegno alla povertà si aggirerebbe sui 10 miliardi all’anno. Dovrebbe essere un atto dovuto nei confronti dei meno abbienti ma va considerato che il deficit dello Stato peserebbe sulla bilancia economica e sulla credibilità del sistema economico. Il dovere dello Stato dovrebbe essere invece quello di incentivare la decentralizzazione economica favorendo la creazione di posti di lavoro in funzione della soppressione della povertà. Le politiche di decentralizzazione realizzano totalmente l’Art. 1 e Art. 4 della nostra Costituzione. 

La politica economica deve assicurare alle comunità  l’Autosufficienza Economica senza dipendere dalle esportazioni o dalle importazioni estere. Le esportazioni dovrebbero esclusivamente riguardare i surplus produttivi mentre l’autosufficienza economica va garantita dalla produzione per il consumo interno

Le Istituzioni Pubbliche, quindi, dovrebbero combattere la povertà favorendo  l’incremento del potere d’acquisto della popolazione. Ciò non si basa su misure monetariste o su politiche di consumo sfrenato, ma su una strategia economica equilibrata che garantisca benessere collettivo, autosufficienza e giustizia economica

Incentivare la Socializzazione attraverso il movimento Cooperativo

Se il ruolo dell’economia è decentralizzare per creare posti di lavoro, incentivando il potere d’acquisto la Progressive Utilization Theory propone  un necessario cambiamento strutturale del sistema attraverso l’Economia Tripolare basata su tre settori principali: pubblico, privato e cooperativo.

  1. Settore Pubblico: Comprende le industrie strategiche e le infrastrutture essenziali (energia, trasporti, telecomunicazioni, ecc.). È gestito dallo Stato o dalle autorità locali per garantire equità e accessibilità ai servizi fondamentali. Il settore pubblico deve operare senza scopo di lucro, garantendo efficienza, equità e accessibilità a tutti. Questo modello evita sia il monopolio capitalista (che sfrutta le risorse per il profitto di pochi) sia la burocrazia socialista centralizzata (che spesso genera inefficienza e sprechi). La gestione pubblica delle industrie strategiche assicura che le ricchezze naturali e i servizi vitali non siano soggetti alla speculazione privata, ma rimangano a disposizione della collettività​.
  2. Settore Privato: Limitato ad attività artigianali o imprese di piccole dimensioni. Questo settore è incoraggiato per favorire l’innovazione e la creatività individuale, ma non può essere dominante nell’economia.
  3. Settore Cooperativo: È il fulcro del sistema economico e comprende la maggior parte delle attività economiche, in particolare l’agricoltura, l’industria e i servizi essenziali. Le cooperative sono gestite democraticamente dai lavoratori e dai membri della comunità, garantendo equa distribuzione della ricchezza e partecipazione attiva alla gestione economica.

Questa visione è un’alternativa sia alla centralizzazione capitalista che al socialismo statalista, L’economia tripolare promuove una via di mezzo basata su cooperazione e pianificazione economica decentralizzata​. Il sistema Cooperativo punta alla socializzazione della maggior parte dei settori produttivi e commerciali di una economia. Questa scelta non sarà imposta ma le autorità competenti dovranno incentivare questa forma di organizzazione del lavoro perché garante dell’occupazione e della democrazia economica. La disoccupazione verrà eliminata non con l’assistenzialismo, ma con un modello di sviluppo organico che permetterà ai lavoratori di specializzarsi, di avere una formazione basata sulla presa di coscienza sociale. Le cooperative assorbiranno tutta la forza lavoro disponibile attraverso un’espansione naturale della produzione.

La cooperazione avviene quando un gruppo lavora insieme per raggiungere un obiettivo comune. Tuttavia, non tutte le forme di cooperazione sono uguali.

  • Cooperazione coordinata: Si basa su uguaglianza, dignità e rispetto reciproco. Tutti i partecipanti hanno lo stesso status e lavorano per il bene collettivo. L’applicazione di questo sistema permetterà alla società di sconfiggere la povertà dando la possibilità a tutti di avere un lavoro con un salario ben retribuito.
  • Cooperazione subordinata: Si verifica quando alcuni lavorano sotto il controllo di altri in un rapporto gerarchico. Purtroppo oggi ci sono molte attività che pur chiamandosi cooperative funzionano come delle aziende Spa. Questo crea disuguaglianza e frustrazione sociale riducendo le persone a lavoratori manuali dipendenti a cui non vengono riconosciuti diritti salariali e benefici economici e sociali.

Struttura e Gestione delle Cooperative attraverso la Cooperazione Coordinata

Nei sistemi economici governati dal sistema PROUT, la lotta alla povertà dipenderà molto dalla governance delle Cooperative che avranno la responsabilità di formare i soci lavoratori capaci di partecipare alle scelte e ai percorsi di democratizzazione delle aziende:

  • Moralità nella Leadership: Gli amministratori delle cooperative devono essere moralmente integri, per evitare corruzione e speculazioni.
  • Ruolo del Consiglio di Amministrazione: Ogni cooperativa deve avere un consiglio direttivo eletto dai membri per garantire trasparenza e gestione democratica.
  • Distribuzione dei Profitti: Non tutto il profitto deve essere distribuito tra i membri; una parte deve essere reinvestita per acquisti strategici (es. macchinari, fertilizzanti) e per un fondo di riserva utile nei periodi di bassa produttività.

Il modello cooperativo basato sulla cooperazione coordinata evita il centralismo economico tipico del comunismo e il capitalismo di monopolio.

L’economia cooperativa non è solo efficiente, ma anche eticamente superiore, poiché elimina la speculazione e la corruzione. La gestione locale delle cooperative garantisce continuità occupazionale e coesione sociale, evitando l’instabilità creata dal modello capitalistico basato su migrazioni di massa e delocalizzazione produttiva.

In sintesi, PROUT propone un modello di gestione cooperativa basato su moralità, autosufficienza e decentramento produttivo, tre ingredienti per sconfiggere la disoccupazione e la povertà. E’ necessario dire che la lotta alla povertà attraverso la cooperazione coordinata ci porta alla Democrazia Economica dove il controllo dell’economia è nelle mani della popolazione locale e le decisioni dovranno essere prese per garantire il benessere collettivo.

 

Dante Faraoni

Recent Posts

IL GAP SALARIALE E LE SUE CONSEGUENZE SUL MERCATO

Nell’attuale sistema economico, uno degli squilibri persistenti nel tempo è la costante crisi della produzione…

1 settimana ago

Il Gap Salariale ovvero come Eliminare la Disoccupazione

Molti pensano che solamente le industrie creino posti di lavoro, ma ciò è vero solo…

1 settimana ago

Per essere progressisti bisogna definire il significato di “Progresso”

Uno dei dibattiti aperti nella Sinistra italiana è l’idea di Progresso. La necessità di ridefinire…

2 settimane ago

RIPENSARE IL RAPPORTO TRA UMANITÀ E NATURA: UNA CRISI DI BIODIVERSITÀ

La crisi della biodiversità: uno specchio della nostra civiltàIl 2025 rappresenta un punto critico per…

4 settimane ago

IL PREZZO DEI PRODOTTI AGRICOLI LI DECIDE IL PRODUTTORE

LEGGE FRANCESE EGALIM n. 2018-938 del 30 ottobre 2018 per l’equilibrio delle relazioni commerciali nel…

1 mese ago

Spazio privatizzato: una sfida alla giustizia universale

L’appropriazione privata dello spazio extra-atmosferico, evidenziata dal monopolio dei satelliti Starlink di Elon Musk, rappresenta…

1 mese ago