Diritti Umani

AI: è vero Progresso? Solo con la riduzione dell’orario di lavoro e aumento dei salari

Oggi stiamo assistendo ad una forte accelerazione dell’interesse dei “Grandi Privati” all’uso e alla commercializzazione di tecnologie sofisticate in grado di sostituire in varie funzioni l’essere umano. Questa nuova frontiera viene definita AI-Intelligenza Artificiale, studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono ad una macchina di sostituire l’essere umano in varie funzioni. Con il rischio della chiusura dei mercati globalizzati dovuta agli scontri di colossi commerciali come USA, Cina, Russia, Europa, le grandi multinazionali occidentali che prevedono di far rientrare le produzioni nei loro paesi hanno un unico pensiero: come ovviare all’innalzamento dei costi del lavoro? Se fino ad oggi potevano sfruttare il basso costo della manodopera dei paesi terzi, in patria si ritroveranno i sindacati con le loro rivendicazioni sui diritti dei lavoratori, aumento dei salari e scioperi. Per chi ha come obiettivo la massimizzazione dei profitti la soluzione che viene spontanea è: se non vogliamo problemi dal personale sostituiamo i lavoratori con delle macchine. Tutto ciò viene considerato da gran parte dell’opinione pubblica Progresso.

Ma la supremazia economica e tecnologica che si contendono le superpotenze la possiamo definire vero Progresso?

Nella comune accezione il termine “Progresso” è associato all’avanzamento tecnologico e scientifico, o qualsiasi altra cosa che renda più confortevole la vita delle persone. Il mercato globalizzato ha aumentato l’uso diffuso della tecnologia come ad esempio il cellulare ed altre forme di comunicazione, le piattaforme social che ci permettono di condividere in tempo reale: pensieri, immagini, video con persone sparse in ogni parte del globo.

Tuttavia questa velocizzazione tecnologica sta provocando a livello planetario fenomeni di massa negativi che mettono a rischio l’educazione, l’integrità etica e culturale di milioni di persone, di milioni di giovani. Se l’uso della tecnologia è in grado di distruggere i valori cardinali su cui si dovrebbe basare la civile convivenza, di quale progresso stiamo parlando? Se il rispetto reciproco ed il riconoscimento della diversità vengono violati e sostituiti da valori ed idee che esaltano l’edonismo egocentrico e confezionato, l’odio etnico, religioso, di razza e di genere non è possibile vedere in ciò nessun progresso.

Gli esseri umani si esprimono in tre diversi livelli: fisico, mentale e spirituale. La nostra esistenza cammina, talvolta armoniosamente, talvolta in maniera dissociata, su queste tre sfere. Nei livelli fisico e mentale le nostre azioni ed i nostri pensieri non sono costanti: talvolta sono positivi, talvolta mutano diventando negativi. È una legge, è la natura dell’intero universo fisico e psichico che sottostà a tre forze mutabili e intercambiabili: positivo, mutativo, negativo.

Nel livello spirituale tutto ciò non avviene, usciamo dal meccanismo del piacere e del dolore, del buono o del cattivo, esprimendoci attraverso il sentimento dell’amore. Un sentimento universale che nonostante le diversità tutti possono condividere senza confini di nessuna sorta. La Spiritualità non è un sentimento legato propriamente alla religione, questo stato di beatitudine può essere espresso non solo tra esseri umani ma anche per un albero, una foresta, un uccello, un gatto o un cane. Ma anche per entità apparentemente inanimate, un sasso, una montagna, la terra, l’acqua, il cielo, lo spazio. Coltivando la spiritualità si produce amore il quale diventa testimone di qualsiasi nostra azione o pensiero. La lotta per i diritti delle donne, dei poveri, dei diseredati di questo mondo è un atto d’amore che definiamo servizio all’umanità. Le lotte ambientaliste che denunciano i pericoli dei cambiamenti climatici, del consumo del territorio, dell’indiscriminato sfruttamento delle risorse del Pianeta che arricchiscono i pochi, creano povertà e distraggono gli ecosistemi, anche questi sono atti d’amore a favore di una felicità condivisa che coinvolge tutti e tutto.

Senza quest’anima anche l’uso della tecnologia è dell’innovazione si dissocia dal senso di umanità che la società ricerca nel suo insieme. L’avanzamento tecnologico è tale solo se cammina di pari passo con i valori universali del Neoumanesimo. Solo in questa direzione possiamo parlare di progresso sociale e della persona. Se una macchina sostituisce un lavoratore che rimane disoccupato, non in grado garantire a sé stesso e alla sua famiglia perlomeno le minime necessità, ciò è umano? Ciò è progresso? Qual’è l’utilità dell’intelligenza artificiale se milioni di persone rischiano il posto di lavoro o ancor peggio verranno sottopagati perché, secondo certa propaganda, “ora hanno l’aiuto della tecnologia”.

In ultima analisi se le multinazionali si preparano a destabilizzare il potere d’acquisto di milioni di persone per aumentare I propri profitti raccontando al mondo che solo così, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale potremo contrastare sul mercato globale la concorrenza cinese e russa. Tutto ciò lo possiamo definire progresso?

La storia degli esseri umani, rappresentata da tutti i popoli di questo nostro pianeta è un continuo movimento verso la ricerca delle libertà e dei diritti. Questo movimento in avanti sia individuale che collettivo è stato ispirato da ideali, ottenuto con la lotta alle ingiustizie, con la libertà come meta. Considerare la spiritualità un valore aggiunto, un ideale che si muove in sintonia con le nostre necessità materiali e mentali è ciò che necessita applicare ai nostri processi di sviluppo socio economico.

Non è forse ciò che manca all’ideologia della globalizzazione? Il capitalismo, nelle sue varie espressioni ha fallito nelle sue intenzioni a cui si ispirarono i suoi fondatori. Quando nel 1925 John M. Keynes affermava che fra 100 anni i lavoratori avrebbero potuto lavorare 15 ore la settimana a parità di salario, secondo voi stava dando di matto o aveva compreso che la via del vero progresso doveva prendere in considerazione le esigenze degli esseri umani mettendo al loro servizio la tecnologia? Secondo voi quando nel 1962 l’umanista ed economista P. R. Sarkar calcolava che nel futuro gli esseri umani avrebbero impiegato solo pochi minuti nel loro lavoro, garantendosi un salario capace di sostenere le famiglie, chi dovrebbe sostituire il lavoratore se non l’intelligenza artificiale? La riduzione dell’orario di lavoro è fantascienza o più realmente una attuale e necessaria azione sociale di vero progresso? Oppure crediamo che l’innovazione raccontata Elon Musk, Bill Gates, Jeff Bezos e tutti gli altri maestri di democrazia che predicano benessere e benefici per tutti mentre le loro tasche sono sempre più piene e le nostre sempre più vuote siano verità? Attenti a non sbagliarvi, anzi dovete osare! Richiedete a questi furbetti che pensano di arricchirsi sulle vostre disgrazie quotidiane : pagare le bollette, il nido ai figli, la rata dell’auto le ferie con la famiglia di ridurvi le ore lavorative e aumentavi il salario. Queste sono le lotte che determineranno il vero progresso di oggi e di domani cioè la qualità della vita che ci viene negata.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata anche sul Blog de Il Fatto Quotidiano

Dante Faraoni

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