Democrazia economica

Siccità. Creare Comunità Idriche Autosufficienti.

Il pericolo è ammesso da tutti, questo ultimo anno di secca con poca pioggia darà nei prossimi mesi problemi gravissimi per l’acqua utilizzata in agricoltura, nell’industria agroalimentare e per usi domestici. Noi, Italia, una delle zone Europee più ricche d’acqua, abituati all’abbondanza di questo bene comune, ancora non ci rendiamo conto dei rischi di questa situazione. La politica fa fatica a trovare soldi da investire in questa emergenza, anche se c’è una disponibilità abbondante 8 miliardi tra PNRR e altri fondi. Anche questo Governo ci fa la trafila dei problemi che impediscono la messa a punto di un piano di intervento. La Cabina di Regia, il coordinamento con Regioni ed enti territoriali, la nomina di un super commissario straordinario, la burocrazia, la semplificazione. Quando c’è un’emergenza e senti tutti questi organismi a cui la politica deve assegnare incarichi, poltrone, viene il panico, inizi a pensare male. Per i tempi lunghi che la politica si prende per accomodare i fondi pubblici nelle mani di amici e sostenitori dei partiti al governo o che finisca in un nulla di fatto come spesso succede. Eppure fra qualche mese arriva l’estate e sarà emergenza nera con perdita dei raccolti, problemi nella lavorazione dei prodotti agricoli nelle aziende di trasformazione, razionamento d’acqua nelle case.

Uno dei grandi problemi sono i nostri acquedotti che in dei casi disperdono fino al 50% dell’acqua potabile che trasportano. Era necessario intervenire anni fa ma è urgente iniziare in forma intensiva questo risanamento.

Ma l’intervento più urgente è quello della realizzazione degli invasi necessari per raccogliere l’acqua piovana indispensabili per compensare gli usi agricoli e irrigui.

Ad oggi solo l’11 % di questi grandi bacini, calcolati per coprire le esigenze in agricoltura, sono stati realizzati e nessuno ancora ne ha calcolato i tempi di messa in opera, che possono essere anni.

Eppure a questa emergenza si può far fronte in tempi brevi. Da ragazzo quando abitavo in paese, nelle Marche, a valle delle colline che vedevo dalla mia finestra, erano stati realizzati piccoli invasi per la raccolta delle acque stagionali. Noi ragazzi ci andavamo a pescare le carpe, pesce che viene immesso in questi bacinii per purificarne le acque. La stessa funzione l’avevano i folti cespugli di cannucciato palustre che crescevano nei bordi. Geniale no? È la proposta che fa L’Istituto di Ricerca Prout una associazione di promozione sociale che a Salsomaggiore ha pianificato, costruito, studiato nei minimi dettagli la realizzazione di piccoli invasi. Pratici, funzionali, a prezzi di realizzazione bassissimi. Una pianificazione capillare di questo tipo di bacini, si potrebbe fare in tempi brevi, in tutta Italia iniziando dalle zone più colpite dalla siccità. Consorziando anche più agricoltori, organizzandoli sul modello gestionale sperimentato con successo dalle Comunità Energetiche rinnovabili. La peculiarità della proposta dall’Istituto Prout è che questo progetto integrato di conservazione dell’acqua di superficie, ripristino dell’equilibrio ecologico e salvaguardia dell’ambiente, viene già utilizzato in zone del mondo dove questo problema è cronico. E’ già stato applicato in zone dalle dimensioni delle nostre Provincie o Regioni, non c’è nulla di inventato, è stato sapientemente adattato alle nostre realtà. Sono meno invasivi dei grandi bacini programmati. La piantumazione di alberi ed il ripopolamento di fauna autoctona programmata per la conservazione dell’acqua, ripristina la biodiversità e l’equilibrio ecologico a salvaguardia dell’ambiente ; obiettivi che camminano di pari passo con la lotta alle carenze d’acqua.

È come avere la pappa pronta da distribuire in maniera sapiente. Se il Governo volesse usare questo sistema, ci sono già delle piattaforme distributive che coinvolgono enti di controllo e amministrazioni locali; dovrebbe solo stanziare i soldi, (ci sono anche quelli), che andrebbero direttamente agli agricoltori in grado di organizzarsi. L’ing. Franco Bressanin direttore dell’istituto e responsabile del Progetto dà consulenza a gratis e basta che gli paghiate la trasferta fa conferenze garantendo supporto informativo e tecnico. QUI trovate tutti i dettagli del progetto.

Infine, ci auguriamo tutti che gli interventi del Governo non si riducano allo slogan SPERIAMO CHE PIOVA, una beffa che nessuno potrebbe supportare.

Dante Faraoni

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