Guerra

Il Nazionalismo è la causa delle guerre

Al tempo dei movimenti per l’indipendenza ottocenteschi, il risveglio del sentimento nazionale è stato fondamentale per compattare le popolazioni soggiogate dei diversi paesi europei nella loro lotta contro gli egemoni sovranazionali. Per fare ciò vennero esaltate le caratteristiche etno-linguistiche ed etno-religiose che così servirono allo scopo. In questo modo era più facile motivare la lotta contro gli occupanti percepiti sia come stranieri che come sfruttatori. Nazioni come L’Italia, la Germania, la Polonia ecc. sono nate basandosi sulla purezza etnica, l’omogeneità religiosa e linguistica. Il rovescio della medaglia si è visto poi nel novecento quando questi stessi sentimenti nazionali si sono trasformati in nazionalismi e hanno originato le due guerre mondiali. Così alla fine della seconda guerra mondiale è stato abbastanza naturale che tra i popoli dell’Europa occidentale si sviluppasse una condanna culturale al nazionalismo a cui ha contribuito anche lo spostamento forzato di circa dieci milioni di profughi in fuga dalla zona d’influenza sovietica. Poi negli anni successivi, l’immigrazione intro-europea per motivi economici, non solo ha permesso il cosiddetto Boom economico, ma ha definitivamente creato le basi socio-culturali per un diffuso sentimento europeo che, sebbene non abbia cancellato le identità nazionali, ha sicuramente contribuito a far nascere tra gli europei il sentirsi cittadini di un continente che non contempla la soluzione delle beghe internazionali con la guerra. Nell’Europa orientale invece, la lunga separazione al di là della cortina di ferro e il non eludibile sentimento anti-russo hanno perpetuato un nazionalismo ancora fortemente radicato anche tra i normali cittadini. Questo sentimento viene oggigiorno sfruttato,tra gli altri, dagli odierni partiti populisti ed illiberali polacco e ungherese per mantenere il potere e così implimentare leggi che fanno a pugni con le regole dell’unione europea. La guerra tra i nazionalismi ucraino e russo è l’esempio plastico del nazionalismo portato all’estremo con l’aggravante che la Russia si percepisce non soltanto nazione ma impero Pan-slavo. E sicuramente una delle conseguenze della guerra potrebbe essere quella di ridare forza anche in Europa occidentale al nazionalismo che ancora resiste da noi. Basta forse ascoltare la retorica meloniana o anche quella di Marie Le Pen, quando non quella dei tedeschi del partito AFD, per vedere che, vuoi ventilando il pericolo per la razza europea minacciata da fantomatiche invasioni di profughi da Asia ed Africa, vuoi il fraintendimento lessicale tra sovranismo e sovranità che per loro si esplicita nel concetto di blindare le frontiere e affrontare muscolarmente le eventuali dispute tra stati. L’architettura istituzionale dell’Unione Europea è sicuramente piena di difetti, tra gli altri, l’ancora irrisolto rapporto di forza tra i vari stati, ma perlomeno esiste un metodo per discuterne senza ricorrere alle armi. I sovranisti fanno finta di non sapere che la loro ideologia è proprio quella che ha causato le guerre più sanguinose. Cosa altro erano se non nazionalismi le cause delle guerre nella ex Jugoslavia e che ancora a tutt’oggi ardono sotto le ceneri delle distruzioni di allora? Il geo-sentimento, cioè l’eccessivo identificarsi con un luogo ed il socio-sentimento, l’identificarsi con un particolare gruppo sociale, etnico, religioso, culturale, linguistico ecc, dovrebbero essere combattuti sviluppando dinamiche anti-sfruttamento, perché è lo sfruttamento ed il sentimento di insicurezza dovuta all’ingiustizia che causa la voglia di chiudersi al mondo esterno. Ma arricchendo la propria cultura originaria con i valori umani universali, riuscire eventualmente a sintetizzarla con quelle dei popoli vicini. L’essere umano necessita di un’identità per il proprio equilibrio psichico, ma è forse giusto negare il diritto ad altri di avere la propria? Occorre combattere il nazionalismo e la sua forma più aggressiva che è l’imperialismo. Paesi come Usa, Cina, Russia, Turchia, Iran sono al momento le nazioni che con la loro politica dell’allargamento anche “manu militari” della loro sfera di influenza sono destinate a creare sempre occasioni di frizione tra di loro e conseguentemente a causare guerre. Il futuro è perciò incerto a causa dell’esistenza di questi fautori del caos; se lasciati liberi di agire, come purtroppo vediamo, anche in futuro dovremo affrontare ancora guerre.

Claudio Bricchi

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