Diritti Umani

Democrazia economica e Democrazia Politica

La prima costituzione scritta fu formulata dalla dinastia Licchavi di Vaeshali (nel nord del Bihar) nell’antica India oltre 2500 anni fa. Prima di ciò, le parole del re erano legge e i re governavano secondo il consiglio dei loro ministri.

Democrazia politica

La prima costituzione scritta fu formulata dalla dinastia Licchavi di Vaeshali (nel nord del Bihar) nell’antica India oltre 2500 anni fa. Prima di ciò, le parole del re erano legge e i re governavano secondo il consiglio dei loro ministri.

Anche la prima democrazia repubblicana fu istituita dai Licchaviis. La Repubblica di Licchavi comprendeva una parte di Muzzaffarpur, porzioni di Begusharai, Samastipur e Hajipur tra i fiumi Gandaka e Kamala, tutte nell’attuale stato del Bihar. A quei tempi non tutti avevano diritto di voto. Solo i leader Licchavii, non le persone in generale, potevano esercitare e godere del diritto di voto per gli adulti.

Le donne nobili avevano diritto di voto, ma non erano autorizzate all’elettorato passivo. Di questo rimane traccia nelle scritture sacre del Buddismo dove si parla di una visita di Buddha a questa comunità. Anche nell’antica Grecia (terzo – quarto secolo avanti Cristo) a votare era solo un numero ristretto di cittadini liberi di sesso maschile.

A secondo delle città, i diritti di cittadinanza variavano: potevano essere basati sulla discendenza, sulla proprietà, la professione, l’educazione o il ruolo militare. Le donne, gli schiavi e gli stranieri non avevano diritto di voto in nessuna delle antiche città greche.

Per arrivare al suffragio universale bisogna arrivare al 1893, anno in cui la Nuova Zelanda introdusse il suffragio universale maschile e femminile. In realtà, per il suffragio femminile, ci sono almeno due precedenti: durante la cosiddetta Epoca della libertà svedese, tra il 1718 ed il 1772, ci fu un ristretto diritto di voto per le donne e nella Repubblica di Corsica tra il 1755 ed il 1769. In Italia il suffragio universale fu adottato nel 1946. In Svizzera, a livello federale, nel 1971, ma il Cantone Appenzello Interno concesse il voto alle donne solo nel 1991. Ben 2500 anni dopo la prima democrazia Licchavi.

Le democrazia politiche sono tutte differenti con alcune regole diverse che le caratterizzano. Alcune includono possibilità di democrazia diretta, come il referendum e l’iniziativa di legge popolare, presenti in Italia e come il diritto di revoca di parlamentari e presidente, presenti nella costituzione degli Stati Uniti ma di fatto mai applicata.

Difetti non risolti delle attuali democrazie politiche

1.  Fallimento nell’innalzare lo standard di vita della popolazione

 2. Sfruttamento economico

 3. Corruzione politica

 4. Centralizzazione del potere economico

 5. Partitocrazia

6.  Imposizione di modelli culturali

 7. Controllo politico ed economico dei mezzi di comunicazione di massa

Cause e Proposte

Le cause di questi difetti risiedono nel modello sociale ed economico centralizzato.
Noi proponiamo:

 1. Decentralizzazione economica

 2. Aumentare i compartimenti della democrazia

 3. Eliminare la partitocrazia

4.  Selezione dei candidati e della base votante

5.  Comitati sociali

Economia decentralizzata

Tutte le risorse in una unità socioeconomica devono essere controllate dalle persone che vivono localmente. In particolare le risorse necessarie per produrre il minimo necessario a vivere (cibo, educazione, vestiti, cure mediche, abitazione).

La produzione deve essere basata sul consumo e non sul profitto (economia di sussistenza). Devono essere prodotti prioritariamente le merci e i servizi consumabili localmente, invece che dare priorità al profitto individuale. Questo incrementa la circolazione locale del denaro e favorisce un’equa ridistribuzione dei profitti.

Le imprese economiche di una zona economica devono impiegare prioritariamente le persone di quella zona. Se le persone locali non sono completamente impiegate il problema della disoccupazione non può essere risolto. Si considerano cittadini economici di una certa zona coloro che hanno fuso i loro interessi sociali ed economici con quella zona. Deve essere fornita adeguata istruzione ai lavoratori per adeguare le loro conoscenze ai progressi scientifici.

La diffusione delle merci non prodotte localmente deve essere frenata per permettere lo sviluppo locale e per diminuire le conseguenze ecologiche ed energetiche dei trasporti. Se i parametri economici di zone confinanti diventano simili, si deve allargare la zona di scambio economico.
Per parametri economici da confrontare intendiamo il potere d’acquisto della fascia di popolazione meno abbiente e la velocità di circolazione della moneta. Il PIL è un parametro che consideriamo secondario.

Democrazia Economica

Ognuno ha il diritto di godere dei frutti del proprio lavoro.

Contrariamente a quanto succede in questo periodo, che possiamo definire di dittatura economica, in cui solo pochissime persone controllano l’economia mondiale, noi sosteniamo che il controllo delle risorse e dei mezzi di produzione debba essere nelle mani di chi produce.

Sia nel sistema capitalista che nel comunismo reale il controllo dell’economia è sempre Stato nelle mani di un gruppo ristretto di individui. Dopo la caduta del comunismo, questa tendenza si è accentuata, e oggi possiamo vedere che quattro individui solamente controllano il 40% delle risorse mondiali, e il 5% della popolazione controlla l’80% delle risorse della terra. Si è realizzato quello che nemmeno Hitler nei suoi sogni più sfrenati aveva osato immaginare: la dittatura mondiale assoluta.

La democrazia politica, nei termini in cui è praticata oggi, è solo un fantoccio nelle mani di pochi capitalisti, che finanziano le campagne elettorali di tutti i partiti, sia maggioritari che d’opposizione.
Noi proponiamo di stabilire un tetto massimo all’accumulazione individuale di ricchezze, e nello stesso tempo limitare anche il controllo dei politici sull’economia, quindi siamo anche contrari al capitalismo di Stato.

Aumentare i compartimenti della democrazia

Oltre alla divisione di ruoli e competenze fra i poteri giudiziario, legislativo ed esecutivo, noi proponiamo l’introduzione del controllo del tesoro, attribuendolo ad un corpo di persone qualificate e indipendenti come per il potere giudiziario. Questo corpo dovrà stabilire i modi in cui controllare il patrimonio dello Stato e la Banca d’Italia per promuovere la garanzia delle minime necessità a tutti, favorire la mobilità del denaro ed evitare eccessive differenze economiche fra i cittadini.

Democrazia politica

I quattro poteri devono essere completamente separati. Nessuna possibilità che l’esecutivo influenzi il potere legislativo come avviene in Italia dove l’approvazione di una legge può essere imposta ponendo la questione di fiducia su una legge o un decreto proposto dall’esecutivo. Nessuna possibilità che il potere giudiziario sia sottoposto al potere esecutivo, come avviene negli Stati Uniti dove le procure dipendono dal potere esecutivo.
Il Tesoro deve essere gestito da un corpo separato simile alla magistratura, indipendente dall’esecutivo.

Eliminare la partitocrazia

1. Diminuire il potere dei partiti creando le condizioni perché si votino le persone e non i partiti.

2.  Selezione dei candidati e della base votante

3. I requisiti per il successo della democrazia politica sono Moralità, Scolarizzazione e Coscienza socioeconomica.

Non possiamo sapere nulla della moralità reale delle persone, ma possiamo impedire che persone che abbiano avuto precedenti penali negli ultimi anni siano elette o siano elettori.

Potremmo anche stabilire la perdita dei diritti di elettorato passivo per quelle persone che siano state condannate per corruzione o altri reati relativi all’attività amministrativa dello Stato o di un’azienda privata, perché non ci possiamo aspettare che amministrino onestamente la cosa pubblica, se sono persone che corrompono o si sono lasciati corrompere.

La scolarizzazione in Italia è abbastanza diffusa e con un’alfabetizzazione del 98% questo problema ci riguarda poco. La coscienza socioeconomica è invece abbastanza bassa e sarebbe necessaria una maggiore conoscenza dei compiti e delle giurisdizioni dei vari corpi dello Stato.

Per evitare che persone completamente disinteressate alle attività politiche votino solo per il sorriso del candidato o per motivi estranei al programma politico del candidato, si potrebbe rendere completamente fa-coltativo il voto e permetterlo solo a coloro che si iscrivono espressamente per votare.

Comitati Sociali

In una situazione del genere esiste ancora la possibilità di ingiustizia e sfruttamento. Quindi, per sorvegliare o monitorare la funzione di tutti questi scomparti, è necessaria la guida benevola del consiglio dei Comitati Sociali per condurre la società verso il progresso spirituale. Platone aveva già notato alcuni difetti della democrazia e proposto la repubblica governata dai filosofi.

Il Prout propone che i legislatori ai vari livelli elettorali dovrebbero essere eletti dall’intero corpo elettorale su raccomandazioni dei Comitati Sociali. Similmente alla proposta di Platone, al momento dell’elezione dei rappresentanti, le persone dovrebbero prestare attenzione alla loro istruzione, standard morale e sacrificio per la società.

I diritti di voto dovrebbero essere attribuiti a persone istruite che hanno coscienza politica e consapevolezza dei problemi delle persone. L’età non dovrebbe essere un ostacolo al diritto di voto. Questo porta alla necessità di includere nelle minime necessità degli esseri umani anche il diritto all’istruzione e all’educazione. Se la maggioranza delle persone è analfabeta, il loro voto porta alla possibilità che vengano eletti rappresentanti antisociali e incompetenti.

Noi sosteniamo la formazione di comitati sociali formati da persone interessate a fare servizio sociale in maniera organizzata.

I comitati sociali dovrebbero avere il compito di monitorare le attività dei politici e quelle del mondo economico, costituendo un potere sociale organizzato che possa controllare il mondo economico e politico e correggerne gli errori.

I componenti dei comitati sociali dovrebbero essere volontari che non partecipano alla vita dei partiti né hanno incarichi amministrativi o economici che possano costituire un conflitto di interessi per la loro attività di controllo.

Albino Bordieri

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