Nel mondo siamo diventati 8 miliardi di persone e sono circa 70 miliardi gli animali di allevamento che usiamo per alimentarci. Considerando che gli abitanti dei paesi “avanzati” consumano più del doppio di carne del resto del mondo bisogna fare due conti sugli impatti climatici e sull’ambiente che queste nostre abitudini creano e creeranno in futuro.
La produzione di carne, latte e uova comportano l’utilizzo dell’83% dei terreni agricoli, nonché di un terzo dell’acqua destinata all’agricoltura. La carne prodotta prevalentemente attraverso allevamenti intensivi è responsabile del 14% dei gas serra emessi dal pianeta. Il disboscamento per creare nuovi pascoli, il gas metano prodotto dalle deiezioni di questi animali contribuiscono per più del 30% all’aumento della produzione di CO². Nulla di inventato, tutti dati facilmente verificabili da più fonti e si potrebbe andare avanti. Come denuncia la LAV la produzione ed il consumo di carne ha dei costi ambientali e sanitari: circa 37 miliardi di Euro. Sars, Mers, A/H1N1, Zika, Ebola sono tutti virus che hanno fatto il cosiddetto “salto di specie”, passando dagli animali all’uomo. Gli allevamenti intensivi ne sono la maggior causa. Il 70% degli antibiotici somministrati in Italia viene usato per gli animali allevati, la carne non è un alimento propriamente salubre.
In Europa e in Italia la Direttiva 98/58/CE recepita dalla legge italiana con il Decreto del 26 marzo 2001; n. 146 sanciscono i principi sulla protezione degli animali negli allevamenti che riguardano il ricovero, l’alimentazione e le cure adeguate alle esigenze di questi animali; queste regole però, sono diventate inadeguate anche per ammissione degli stessi enti legislatori. Le condizioni degli animali ammassati per produrre soprattutto carne, rimangono una violenza, un pugno allo stomaco che colpisce la nostra sensibilità. Queste violazioni sono denunciate non solo da associazioni animaliste ma vengono recepite come dati certi da organismi come l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) è l’organismo delle Nazioni Unite per la valutazione della scienza relativa ai cambiamenti climatici. Da 286 organizzazioni che sollecitano la Presidente della Commissione Europea a rispettare la tempistica per l’attuazione della legge sul “sistema alimentare sostenibile”. Tutti sono concordi nel fatto che un cambiamento delle abitudini alimentari attraverso il mangiare meno carne sia necessario ed indispensabile per il futuro del Pianeta e degli esseri che lo abitano, inclusi gli Esseri Umani. Mangiare tutti meno carne è certamente un processo di presa di coscienza collettiva, una “Rivoluzione delle abitudini” che va fatta. La scienza dei numeri e dei dati, i processi di consapevolezza e di coscienza etica ce lo impongono. Sta di fatto che ad oggi questo tipo di sensibilità la possiamo misurare in pochi secondi o al massimo fino a quando non arriviamo in tavola visto che quasi il 90% degli italiani mangia carne.
Al contrario è da dedurre che questo sussulto di coscienza esiste per molte persone visto che il 44,7% degli italiani vive con un cane, il 35,4 con un gatto e il 5,1 con un pesce (dati Eurispes 2021). Va inoltre sottolineato il fatto che i più sensibili e più attenti a questo tema sono soprattutto i giovani i quali hanno più ragioni, interessi e aspettative per il futuro. Questo processo di cambiamento di abitudini alimentari è ostacolato dalle lobby multinazionali dell’industria della carne, pronti ad aumentare in maniera massiccia i loro investimenti in pubblicità e bombardandoci di spot “succulenti” per annullare i nostri processi cognitivi. Oppure, perché no, proveranno ad offrire soldi e benefici al mondo politico o sanitario nazionale, europeo o mondiale per opporsi a questo processo di sensibilizzazione della coscienza popolare. C’è chi addirittura si sta preparando per immettere sul mercato la carne sintetica prodotta in laboratorio. E’ vero, dovremmo essere forti e capaci di richiedere alle nostre Autorità di aiutare questi processi di cambiamento ma credo che a noi di una “certa” età, per il bene dei nostri figli e del pianeta, questa Rivoluzione del mangiare meno carne, a suon di slogan “MENO CARNE PER TUTTI!” ci tocca farla in prima persona. Dopotutto, una volta anche il dottore ci diceva di mangiare meno carne! Per iniziare questa Rivoluzione, consiglio come ricetta del giorno, di mangiare la metà della carne che assumete in una settimana; un giono SI, un giorno NO, limitandone le quantità e sostituendo il tutto con proteine vegetali. Poi, superata questa fase la Rivoluzione può continuare diminuendo o addirittura smettendo di mangiare carne rossa che è quella che inquina di più. Nessuno vi chiede di diventare vegetariani, i processi di coscienza e consapevolezza aumentano la sensibilità verso un Neo Umanesimo, quindi se son rose fioriranno! Buona Rivoluzione a tutti!
Questo articolo è stato pubblicato anche sul Blog de Il Fatto Quotidiano
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