Diritti Umani

Le origini della guerra in Ucraina ed il futuro dell’Europa

di Dante Nicola Faraoni

E’ oramai un anno che abbiamo la guerra in casa e l’Unione Europea di cui facciamo parte è sempre più coinvolta nel conflitto. La guerra e’ una barbarie ma per capirne la follia e’ importante individuarne i motivi scatenanti. È importante capire cosa si contendono, non solo Ucraina e Russia, ma anche le altre Potenze Mondiali interessate alle sorti del conflitto. Per un’analisi storica di tale situazione, la Teoria dell’Utilizzazione Progressiva, PROUT ci permette di utilizzare uno strumento straordinario: il Ciclo Sociale. Lo sviluppo delle varie società è in stretta relazione con l’evoluzione della psicologia collettiva della società stessa. E’ il modo di pensare, la mentalità dominante di una società a determinare il tipo di cultura, l’ordinamento sociale in un certo periodo storico. Sulla base di questo concetto l’ideatore P. R. Sarkar ha individuato quattro classi psicologiche (i nomi sono in Sanscrito),

1. Shudra, mentalità del lavoratore, bracciante

2. Ksattriya, mentalità del guerriero, militare

3. Vipra, mentalità dell’intellettuale, tecnocrate

4. Vaeshya, mentalità del capitalista, affarista

ANALISI STORICA

Certamente negli ultimi 200 anni gli Stati Uniti d’America, Europa, la Cina, la Russia hanno avuto percorsi storici diversi. L’Occidente: USA, Europa, Gran Bretagna, Giappone, le ex colonie inglesi, sono in piena era Capitalista dominate dalla mentalità Vaesha. In questi 2 secoli la cultura, gli eserciti, il lavoro sono dipesi dal denaro di cui una stretta cerchia di persone ne controlla il valore. Tutto viene monetizzato e tutto diventa merce senza limite all’accumulo di beni. Questo è il fine.

In Cina e Russia qual’è oggi la psicologia collettiva dominante? La Cina ha un regime totalitario che esiste dagli anni ’40 quando Mao Tze Tung prese il potere con le armi e instaurò un regime comunista. Questa azione diede luogo all’inizio di un’era Kshattrya, dove il potere era governato attraverso l’utilizzo della forza fisica, gli eserciti, le armi, l’ordine. Questo totalitarismo iniziò ad incrinarsi con la “Rivoluzione Culturale” iniziata negli anni ’60. La richiesta di libertà pretesa dai giovani e dagli intellettuali cinesi, venne repressa nel sangue e con il carcere “rieducativo”. Questo periodo duro’ fino alla famosa protesta dei giovani e studenti di piazza Tienanmen dell”89, anche questa repressa violentemente. Ma le richieste degli intellettuali fecero ripensare e rivedere le posizioni all’interno del Partito Unico ed iniziarono una serie di riforme che diedero maggiori libertà di pensiero, diventando prerogativa di cambiamento.

Queste riforme favorirono una élite privilegiata colta ed istruita che non corrispondeva esattamente alla nomenklatura ma all’intellighenzia di regime.

Dirigenti d’azienda, intellettuali, scienziati e tecnici che hanno iniziato a cambiare il modo di pensare, il lavoro ed i processi di industrializzazione introducendo le nuove tecnologie. È stato l’inizio dell’era Vipra, dei tecnocrati al potere. Fu questa linea che prese le redini del Partito Comunista dove gli intellettuali controllavano lo Stato e l’Esercito.

La Cina subì grandi cambiamenti e queste nuove idee aumentarono i contatti commerciali con l’estero e cambiarono il modo di interagire all’interno della società Cinese. Un’ulteriore svolta della storia recente è stata l’adesione al WTO. L’11 dicembre 2001 la Cina divenne membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Accogliendo l’invito degli occidentali sposò completamente la globalizzazione economica, il sistema di scambio inventato dagli USA per espandere il loro potere commerciale in tutto il mondo. Quella fu la svolta che proiettò ufficialmente la Cina nell’era Vaeshya. Una forma di capitalismo diverso, un Capitalismo di Stato con cui ha iniziato a competere nel mercato globale.

In Russia invece nell’Ottobre 1917 ci fu una rivoluzione Shudra dei poveri, dei braccianti e lavoratori oppressi, ridotti alla fame dell’Impero Zarista. L’era Kshattrya, dei militari al potere iniziò come risposta al caos sociale post rivoluzione creando negli anni a venire l’imperialismo comunista dell’URSS in contrapposizione all’occidente capitalista. I Vipra, gli intellettuali dei Paesi oggi ex blocco comunista iniziarono in patria e all’estero a contestare il Partito Unico. La situazione di estrema povertà in cui versavano questi Paesi, gli appelli degli intellettuali a sposare le libertà e gli stili di vita della vicina Europa determinarono, con la caduta del Muro di Berlino, la fine dell’Impero Sovietico. L’espressione di quella classe Vipra, anche qui non solo letterati ed artisti ma l’intellighenzia; scienziati, manager istruiti, andò al potere. La Russia ha iniziato a praticare gli stili di vita e le scelte economiche della vicina Europa Occidentale. Ha avuto un’era Vipra molto breve anche perché, con l’avvento di Putin quegli intellettuali/tecnici sono diventati oligarchi, capi di società statali durante il regime comunista, poi diventate di loro proprietà e messe in competizione sul mercato internazionale come le multinazionali occidentali. Una trasformazione che ha fatto entrare la società russa in una nuova era, quella capitalista, l’era dei Vaesha. La Russia degli oligarchi ha avuto questa benedizione quando Putin chiese di entrare a far parte del WTO; era il 2011. Da quella data, come per la Cina, la velocità della Russia nei mercati commerciali globali è aumentata in maniera significativa.

Stesso percorso storico lo ha avuto la più piccola Ucraina dove al potere, come in Russia, si sono imposte delle oligarchie prodotte dalla vecchia nomenklatura post Sovietica. I Vaesha, gli oligarchi che oggi controllano l’Ucraina, hanno sfruttato la posizione geografica, le importanti risorse naturali e l’enorme capacità produttiva per competere nel mondo globalizzato.

LA SITUAZIONE ATTUALE

Ci troviamo oggi in balia di questi Blocchi capitalisti che hanno una diversità nella storia e nell’agire ma che tutti operano con una mentalità di conquista dei mercati i cui proventi sono accumulati o dai padroni delle multinazionali o dagli oligarchi Russi o Ucraini o dai dirigenti del partito che gestiscono le aziende di stato in Cina. Non c’è in questi blocchi un reale obiettivo di aiutare i propri popoli ma di soddisfare le manie di accumulo dei loro leader.

Il conflitto armato in Ucraina è l’ultimo atto spartitorio, l’ultima frontiera che separa le potenze dal mercato più ricco del pianeta: l’Unione Europea. Tutti ambiscono ad intensificare i loro scambi commerciali. La mentalità “acquisitrice” Vaershya predomina su tutti i competitor globali che cercano di destabilizzare l’Ucraina per interessi economici. E’ il gioco sporco della guerra commerciale di queste potenze. Tale inequivocabile analisi è necessaria per capire non solo lo stato delle cose ma quello che ci attende in futuro. Se non si trovano soluzioni a questa mentalità spartitoria, guerrafondaia e di competizione sulle spalle della popolazione mondiale le guerre continueranno a susseguirsi. Ieri era l’Afghanistan, poi la Siria, oggi è l’Ucraina, domani un altro mercato da difendere o da conquistare. Il cambiamento avverrà quando sarà posta fine alla follia della globalizzazione economica e dell’ideologia che la sostiene: il capitalismo, sia esso spartitorio, di monopolio o di Stato.

LE SOLUZIONI

Per porre fine alla politica della globalizzazione capitalista va chiesta in ogni singolo angolo della terra l’autosufficienza socio economica di ogni popolo, di ogni Stato Sovrano, di ogni Continente. Questa è l’unica cura per evitare, oggi, le guerre.

Il sistema Prout individua nella differenziazione in zone o unità socio economiche autosufficienti la strategia per creare stabilità economica, garanzie delle minime necessità e ridistribuzione della ricchezza in ogni Paese del Mondo. Questa strategia di crescita sostenibile non viene proposta per dividere il Mondo in tanti Stati Nazione ma per ripristinare l’identità culturale e garantire le necessità socio economiche di tutti i popoli.

In questa direzione l’Europa Comunitaria potrebbe essere un esempio all’avanguardia solo se rifiutasse la guerra e la competizione economica globale. Se perseguita, tale politica di economia bilanciata, potrebbe garantire sicurezza alimentare, energetica, e delle altre minime necessità di ogni singolo Stato Sovrano dell’Europa Comunitaria. Per incentivare il benessere e la sicurezza dei suoi cittadini la UE, attraverso una relazione basata sul principio della cooperazione coordinata, dovrebbe essere garante di aiuti, interscambi sociali ed economici tra tutti i Paesi aderenti incentivando la crescita all’interno dei suoi confini. Quale bisogno hanno i Paesi Europei di importare quegli stessi prodotti che essa stessa produce con qualità anche superiore? Perché produrre energia rinnovabile acquistando le tecnologie in Cina? Perché siamo diventati dipendenti dal gas Russo rischiando il collasso economico?

Uno dei passi indispensabili per mantenere una pace duratura in Europa ed ai suoi confini è chiedere lo Stop alla colonizzazione economica globale.

LA PACE AI CONFINI DELL’EUROPA

Se la UE vuole accogliere nei suoi confini l’Ucraina, iniziando un vero processo di pace che garantisca la sicurezza ai popoli che rappresenta, dovrebbe richiedere la creazione di una Unità Socio Economica Autosufficiente. La garanzia che l’Ucraina inizi un processo di politica economica in questa direzione sarà indispensabile per fermare la guerra. Ciò comporterà anche la creazione di una Zona Autonoma sul modello post 2° Guerra Mondiale delle province di Bolzano e Trento che ha favorito, non solo la convivenza ed il rispetto dei diritti delle varie etnie, ma anche lo sviluppo economico. Così come una vera ricostruzione post bellica, necessiterà di una politica economica basata sul concetto suggerito dalla Teoria PROUT: People’s Economy.

Solamente attraverso il ripristino dei diritti umani cardinali, il rispetto dei diritti della terra e di tutti gli esseri viventi si potrà instaurare la pace in Ucraina. Non permettiamo che gli interessi economici dei nazionalismi e dei socio-sentimenti prevalgano sui valori dell’Universalismo e della civile convivenza tra i Popoli.

Dante Faraoni

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