di Dante Nicola
La sinistra italiana ha rappresentato per quasi un secolo il movimento in grado di portare con le sue lotte il paese verso un progresso sociale ed economico. Ha rappresentato, più dei cattolici, diritti e richieste delle classi più povere, degli operai, dei contadini. Ha rappresentato le giuste esigenze della classe media, le libertà di artisti e intellettuali. Ma oggi la sinistra chi rappresenta?
C’è ancora una sinistra progressista, con una vitalità traballante, piccola ma che ancora cammina a testa alta, ma il resto rappresenta e sostiene il sistema capitalista così come fan tutti.
Prima il PSI che con l’avvento di Craxi ha perso la sua identità ed è finita tra mazzette e favori ai grandi capitalisti del “Belpaese”. Poi il PCI che dopo la morte di Enrico Berlinguer, con il suo ultimo segretario Occhetto cambiò nome. Quella svolta non fu solo di facciata, PDS (Partito Democratico della Sinistra) ma anche l’abbandono della costruzione di quella terza via al Socialismo progressista tracciata dal grande E. Berlinguer.
Il vecchio PCI diventato PDS con l’avvento di W. Veltroni si americanizzò totalmente diventando il PD odierno. Raggiunse il suo più alto livello di decadenza con la nomina a segretario di tale M. Renzi che distrusse lo Statuto dei Lavoratori e provò, fortunatamente senza successo, a modificare la Costituzione. Oggi si trova di fronte all’ennesima crisi di identità che vorrebbe e dovrebbe risolvere con un Congresso. Si fa fatica a pensare che possa vedere la luce in fondo al buco in cui è caduto. Non è cattiveria ma il motivo sta nel fatto che ad oggi la sua leadership non è ancora in grado di capire ed individuare due cose:
- Quando il movimento ha perso la sua forza riformatrice e rivoluzionaria.
- Qual è o quale è stato il vulnus interno che sta distruggendo il movimento.
Da ex militante, che ha sempre rigidamente seguito i valori insegnati da Berlinguer mi permetto di dare qualche indicazione. Cari dirigenti PD vi siete scordati di Enrico Berlinguer, lo avete messo in soffitta troppo in fretta, è lì che avete perso il senno e vi siete fatti risucchiare nell’imbuto del neoliberismo. Vi siete dimenticati il suo discorso a Berlino est nel giugno del 1976 di fronte ai delegati di tutti i partiti comunisti dell’Europa occidentale e orientale dove disse chiaramente in faccia al Cremlino che in Italia e in Occidente c’era un’altra via per combattere l’oppressione del sistema capitalista, il Socialismo Progressista denominato Eurocomunismo. Oppure il discorso dello stesso anno a Milano di fronte ai giovani delegati della FGCI dove spiegò che il futuro del partito non poteva essere né Mosca né Pechino ma neanche “di quegli esperimenti socialdemocratici che non hanno portato ad un effettivo superamento del capitalismo, e neppure ad un effettivo superamento di quell’aspetto decisivo del capitalismo contemporaneo costituito dalle grandi concentrazioni economiche e finanziarie”. Sono parole uscite dalla bocca di Enrico Berlinguer che avete dimenticato visto la vostra smania di assomigliare sempre di più al partito di Sholz o ai Democratici “Americani”; sempre a stampella di un turbocapitalismo che ha creato disuguaglianze abissali in Italia e nel mondo. Vi siete dimenticati soprattutto del metodo di lavoro auspicato da E. Berlinguer basato sulla Politica dell’Austerità. Nel discorso del gennaio 1977 al Teatro Eliseo di Roma, di fronte ad una platea di intellettuali spiegò che l’Austerità doveva essere un progetto di trasformazione della società per iniziare a costruire un diverso sistema economico, non più basato sul consumismo e l’individualismo esasperato ma sulla giustizia e sulla solidarietà.
Ora il partito più grande della sinistra italiana può fare due cose: o morire lentamente sostenendo il sistema capitalista dei monopoli; o ripartire dal
punto dove si era perso, e ricostruire la propria storia dal pensiero progressista di E. Berlinguer.
Si può iniziare da lì. Poi per realizzare un futuro dove il Principio dell’Uguaglianza Sociale sia rispettato da tutti, consigliamo di condividere con noi i valori della Democrazia Economica che garantisce le minime necessità per tutti ed una più equa ridistribuzione della ricchezza. Suggeriamo di condividere i valori universali del Neo Umanesimo enunciati da P. R. Sarkar dove vengono riconosciuti i diritti all’esistenza di tutti gli esseri animati e inanimati di questo pianeta. Nessuno può essere lasciato indietro e nessuno deve sfruttare i beni materiali e immateriali di questo pianeta, bensì utilizzarli per il bene e la crescita comune. Rendere possibile l’attuazione della Teoria dell’Utilizzazione Progressiva per dare stabilità economica agli italiani e all’europei come auspicava Berlinguer.
Personalmente mi preme dire solo un’ultima cosa. Il futuro corre veloce e vediamo già oggi che il mondo, la politica, il pensiero è sempre meno di destra o di sinistra. Il fronte è sempre più tra “Conservatori” siano essi capitalismo occidentale, cinese, russo o islamico e “Progressisti”. Questa polarizzazione ha una conferma quando vediamo in Italia che il M5S è più a sinistra del PD pur non avendo radici a sinistra. Mentre Renzi e Calenda, nati nel PD, ora sono Conservatori di “destra”. Quindi caro PD attenzione, dopo il Congresso trovarsi a destra è un attimo! O con il Sistema o trovare un’alternativa al Sistema, quello per cui E. Berlinguer ha vissuto e lottato assieme a noi.