Diritti Umani

PROUT: Teoria Politica

Ac. Krtashivananda Avt. 1998

Diamo qui uno stralcio di alcuni concetti di Teoria Politica del Prout, come enunciati da Ac. Krtashivananda Avt. Fondatore del Proutist Universal (PU), associazione socio-culturale internazionale, registrata presso l’ONU come NGO. PU ha come scopo di portare ad un nuovo ordine mondiale fondato sui valori umani, spirituali dell’esistenza e propone un sistema socio-economico-politico innovativo che garantisca ad ogni essere vivente le necessità basilari per l’esistenza. In primo luogo.

I filosofi del passato, Platone, Aristotele ed altri, vedevano la politica come un mezzo per promuovere il benessere comune, le virtù civiche e la perfezione morale. Nell’”Etica” Aristotele scrisse: “La più alta meta è il fine cercato dalla scienza politica. Quello che lo statista è più ansioso di ottenere è il carattere morale dei suoi concittadini, una disposizione alla virtù e al compimento di azioni virtuose.”

Anche i pensatori moderni non hanno abbandonato l’idea di adottare un codice morale che potesse informare l’attività politica. Il filosofo americano John Rawls elaborò una teoria della giustizia da utilizzare come base di implementazione e di valutazione delle attività politiche. Nonostante i principi, i moderni politici, per una serie di motivi, molto spesso vengono corrotti da interessi di parte.

Osservando il clima politico presente in tutto il mondo, si può constatare con certezza che oggi la politica si è ridotta ad una mera lotta per il potere. La lotta per la propria elezione è l’attività politica di maggiore rilievo e per poterla perseguire molti politici ed aspiranti politici, calpestano i diritti umani e violano costantemente i principi morali.

La motivazione personale, gli interessi di gruppo, di partito, lo sfruttamento e la lotta per la poltrona sono gli elementi di interesse della maggior parte dei politici. Il loro carattere viene ben espresso dalle parole del poeta americano Walt Whitman, che così descrisse i delegati democratici presenti al congresso del partito nel 1853: “Ladri, cospiratori, assassini, miscredenti, terroristi, cacciatori di schiavi, corrotti, lobbisti, uomini di carriera con le armi nascoste, ciechi, sordi e marci, colpiti nell’intimo da vili malattie e fuori pimpanti osteggiano catene d’oro forgiate con i soldi del popolo.”

I diritti del popolo, il suo benessere, la giustizia, l’uguaglianza e la libertà non sono rimasti che un sogno. Per salvaguardare gli interessi di pochi, in ogni era, sono state combattute guerre devastanti, si sono spezzati i legami sentimentali popolari e si è divisa la società in diversi compartimenti, legittimati da meschine idee religiose, da sentimenti nazionalistici,  razzisti, etnici etc.

I professionisti della politica, in cooperazione con la sempre più intensa manipolazione mass-mediatica, sono riusciti ad allontanare la gente comune dalla partecipazione democratica, creando di fatto, nel nome del pluri-partitismo, una classe privilegiata. Sia che consideriamo i paesi cosiddetti democratici o i paesi totalitari come l’ex Unione Sovietica, o teocratici come l’Iran, non riusciremo a trovare nessun amministratore disposto a condividere o a lasciare il potere. Le istituzioni internazionali, prima fra tutte le Nazioni Unite non sono che la scacchiera internazionale sulla quale i politici giocano il destino del mondo. Gli slogan altisonanti dell’uguaglianza, della giustizia e della libertà sono rimasti, per molti versi, vuote affermazioni in particolare per le seguenti ragioni:

Un’errata filosofia di vita

Non sono state identificate e riconosciute appieno le caratteristiche basilari dell’esistenza umana. Ci si è limitati a propagandare valori e stili di vita materialistici e di conseguenza è stata promossa una filosofia politica egoista. Il concetto di libertà infatti è rimasto confinato all’idea di soddisfazione dei desideri materiali.

La ‘libertà di espressione’ resta un termine privo di senso fintantoché il modo di pensare e i desideri della gente sono disegnati e diretti dai mass-media, dalle istituzioni religiose, dalla pseudo-cultura e dalle istituzioni educative. Chiaramente queste istituzioni sono sempre state modellate in funzione della salvaguardia degli interessi della classe al potere, in qualsiasi epoca e società.

Il concetto di libertà individuale, inoltre, non ha alcun valore se gli individui non sono in grado di elevare la propria coscienza con dignità regale, ispirata dal richiamo dell’anima. I valori spirituali sono stati evidentemente cancellati dalla politica ed altrettanto evidentemente è stato dimenticato che il ruolo dello stato è di aiutare l’umanità a raggiungere il suo più alto destino.

 

Fallimento delle istituzioni politiche

La Democrazia

In Europa la rivolta contro la Chiesa e la monarchia, durante il periodo rinascimentale, ha originato nuove idee politiche. Si è evoluta l’idea di libertà civile e di democrazia per assicurare una maggiore libertà intellettuale, ma le sperimentazioni degli ultimi due secoli non sono state in grado di assicurare una vera e duratura libertà. Perché questi alti ideali democratici sono falliti? H.E. Burns scrisse: “La più grande debolezza della democrazia sta nel fatto che deve operare attraverso un governo rappresentativo, il quale, di conseguenza, richiede un partito politico. Questo si è dimostrato fatalmente incapace di essere il maggiore agente del governo democratico. I partiti creano confusione e instabilità per la loro rigida aderenza a teorie politiche obsolete. Incoraggiano sia la corruzione politica che la Plutocrazia come risultato inevitabile dello sviluppo del sistema partitico. Quando sia il sistema a due partiti sia quello a più blocchi decade c’è la tendenza a ricorrere al partito unico, che è una delle forme meno scrupolose di totalitarismo politico”.

Analizzando la storia dei paesi afro-asiatici troviamo che, dopo la liberazione dalla dominazione coloniale, hanno continuato a mantenere i sistemi democratici ereditati dall’Occidente e questi sono poi collassati e sostituiti da governi dittatoriali.

La democrazia presuppone che le capacità di ogni essere umano siano pressoché uguali. In realtà non è così. Piuttosto c’è una grande differenza nelle capacità personali e come conseguenza persone con maggiori capacità costruiscono delle fortune finanziarie, mentre quelle con minori capacità soffrono. Lo Stato non è diventato una “associazione volontaria di persone”, come voleva Rousseau, piuttosto la “associazione volontaria della classe privilegiata”.

Democrazia Parlamentare

Si afferma che vi è democrazia parlamentare perché il numero di parlamentari che partecipa ai lavori è molto alto, e questo anche nel caso in cui i votanti non hanno la possibilità di alzare la testa contro forme di amministrazione meno democratiche. La democrazia è il sistema che maggiormente favorisce lo sfruttamento capitalista perché la libertà di accumulazione e di possesso, senza limiti, è considerata un elemento fondamentale e un indice di vera libertà. La dottrina economica del “laissez faire” pone gli individui in una condizione di svantaggio a causa della natura selvaggia della competizione. Sono state le carenze della democrazia parlamentare a consentire la nascita del fascismo. In modo particolare nei paesi sottosviluppati la rivalità tra partiti, porta alla creazione delle fazioni e all’anarchia e infine ad una forma dittatoriale di governo. Hitler non è stato il solo a scalare il potere democraticamente, l’ascesa al potere dei dittatori in tutti i paesi asiatici ed europei ne è testimone. Oggi nell’Europa Occidentale, le forze neofasciste stanno nuovamente rialzando la testa. La dittatura vuole un riconoscimento democratico, ma dopo aver raggiunto il potere getta via quella scala di valori chiamata democrazia, che le ha consentito di salire in tale posizione.

In ogni caso tra tutti i sistemi esistenti quello democratico è considerato il migliore. La democrazia però può essere tale, nel vero senso del termine, soltanto alle seguenti condizioni:

“La democrazia può essere efficace soltanto quando non c’è alcun tipo di sfruttamento, ogni persona ha quanto basta per le sue minime necessità e questo minimo è garantito.

 

È ovvio che sotto il controllo capitalista la democrazia non può avere successo. I capitalisti hanno la possibilità di manipolare il processo democratico con il loro denaro; questa è la debolezza della democrazia.

“L’educazione di massa è una delle necessità basilari per il successo e l’efficacia della democrazia. Educazione non significa soltanto alfabetizzazione, è mia opinione che educazione debba significare una corretta e adeguata conoscenza, capacità di comprensione. In altre parole coscienza.

Per risvegliare la coscienza individuale, la mente dovrebbe essere abbastanza forte da poter contrastare l’influenza dell’ambiente, artificialmente creata dalle pseudo-filosofie. La rivoluzione culturale è un passo necessario per risvegliare la vera coscienza nelle persone. La psicologia sociale deve liberarsi dall’influenza delle pseudo-culture e dei dogmi, in particolar modo da quelli religiosi, politici ed economici.

”La moralità è quindi il successivo fattore fondamentale per il successo della democrazia. In alcuni paesi del mondo i voti possono essere venduti e comprati. La democrazia non può avere successo finché almeno il 51% della popolazione non seguirà strettamente dei principi morali. Dove persone corrotte e immorali sono in maggioranza, i leader saranno sicuramente eletti tra di esse“.

Appare evidente, nella società, che la maggior parte delle persone è guidata da sentimenti limitati. In molte parti del mondo le elezioni sono influenzate da sentimenti religiosi, tribali, razziali, di casta o di  gruppo. Ogni gruppo o partito lancia slogan che parlano di libertà, giustizia, uguaglianza e di benessere economico. Il partito al potere non esita ad usare la macchina governativa a proprio vantaggio per vincere le elezioni. I brogli elettorali sono un fenomeno frequente. Gli ideali e i programmi socio-economici giocano un ruolo secondario, mentre i mass media giocano un ruolo determinante nella formazione della psicologia collettiva. Per questa ragione le giovani generazioni dell’Europa hanno sviluppato una attitudine negativa nei confronti della politica. Nei paesi sviluppati le elezioni vengono condotte come una campagna pubblicitaria. I mass media, ed in particolar modo la televisione, giocano un ruolo importante nelle elezioni. Ci sono degli specialisti che addestrano i candidati ed insegnano loro come applicare il make-up e soddisfare od evitare domande importanti.

Si può quindi concludere che tecnologia e denaro giocano un ruolo più importante dei fattori umani. Per questa carenza di coscienza socio-politico-economica, nel senso più profondo del termine, viene a mancare anche un’adeguata coscienza umana.

  1. Harry Elmer Barnes, “Intellectual and Cultural History of the Western World III”, Dover Pubblication Inc., N.Y.1937
  2. P.R.Sarkar, “Abhimat (The Opinion)”, Op. cit.
Tarcisio Bonotto

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