Dante Faraoni 21-10-2022
Migrare non è normale. Lo dice uno la cui famiglia tra gli anni 50 e 60 ha emigrato due volte. Subito dopo il secondo conflitto mondiale i miei sono emigrati in Argentina con 4 figli. Nel 1964 i miei sono ritornati in Italia con due figli piccoli, io e mio fratello nati in Argentina.
La separazione dalla propria terra dai propri cari è una tragedia che ti inseguirà tutta la vita. Ricordo mia madre anziana vicino al fuoco che pensava ai suoi figli lontani che scelsero di rimanere in Argentina e che non avrebbe più visto. Nessun migrante vorrebbe fare quello che ha fatto; neanche quelli che poi all’estero hanno fatto fortuna, che tornano nella propria terra natia da “vincitori” perché si sono rifatti una vita!
Anche loro hanno delle ferite in fondo al cuore. È vero le migrazioni esistono dai tempi dell’inizio della civilizzazione umana ed il motivo era la sopravvivenza. Ma oggi con i saperi e le tecnologie esistenti non dovrebbe essere più necessario. La cosa più raccapricciante di questo problema umanitario è l’abitudine disumana di certa politica di destra che strumentalizza questo fenomeno per acquisire consenso elettorale incolpando i migranti di essere la causa del dissesto sociale ed economico dell’Italia e dell’Europa. Favorendo così la crescita di sentimenti asociali nelle menti della popolazione autoctona; creano campagne di odio criminalizzando, talvolta esternando sentimenti aberranti come razzismo, nazionalismo, campanilismo. Attività strumentale e vigliacca che allontanano il popolo dallo spirito del Neo Umanesimo che vive dentro di noi e che dovrebbe suggerirci di accogliere e di aiutare chi fugge dalla guerra e dalla povertà. Però, oggi non è più sufficiente fare delle giuste e necessarie politiche per l’integrazione delle popolazioni migranti, si dovrebbe anche dire che è dovere dei paesi economicamente più “forti” e culturalmente più “sviluppati” che lottare per la pace significa anche aiutare a creare sviluppo in quei paesi dove la povertà e la guerra si generano. Gran parte della politica italiana e europea invece se ne frega accantonando il più possibile questo fenomeno, ma il mondo sta diventato sempre più piccolo e più aumentano i flussi migratori più significa che la guerra e la povertà avanzano. Se si vuole evitare una catastrofe umanitaria già in atto, se veramente si vuole evitare la sofferenza di milioni di persone povere che oramai si avvicinano al miliardo, gli organismi internazionali ONU, UE, G8-G20 devono reinventarsi un nuovo paradigma economico basato sulla Carta delle Nazioni Unite che prevede la garanzia delle minime necessità (cibo, vestiario, casa, sanità e educazione) per tutti. Applicare quei principi dell’Economia Popolare, People’s Economy enunciata da P. R. Sarkar. Un’economia che si concentra sullo sviluppo, sulla produzione di beni di prima necessità che garantiscano cibo, vestiario, alloggi utilizzando in loco le loro abbondanti materie prime. L’Europa potrebbe incentivare questi processi, anche sostenendo le NGO continentali esperte in aiuti umanitari nei settori Sanità ed Scuola. Per esempio edificare ospedali e infrastrutture per incentivare il servizio sanitario e l’educazione primaria e secondaria. Non dovrebbe essere difficile per l’Europa Comunitaria favorire processi così indirizzati in quei Paesi dove le popolazioni fuggono verso il ricco Occidente. Badate bene è oggi interesse nostro aiutare questi paesi perché la crisi economica globale in atto e le guerre che si stanno scatenando ai nostri confini aumenteranno i flussi migratori che già oggi sono fuori controllo!! Molti dei paesi comunitari ed europei, con le politiche colonialiste dei secoli scorsi, hanno contribuito al dissesto sociale ed economico dell’Africa e del medio Oriente. È ora di ripagare questo debito umanitario, non serve più erigere barriere e steccati per contenere la povertà e la guerra ai nostri confini, vanno innescati accordi di cooperazione coordinata che garantiscano lo sviluppo di sistemi di People’s Economy in questi paesi. People’s Economy è la vera alternativa alla globalizzazione economica che tante guerre e tanta povertà stanno creando nel mondo.
Il sogno di un pianeta senza migranti è possibile!