L’acqua è elemento chiave per la sopravvivenza del mondo biologico. Siamo stati in India e abbiamo trovato nella remota regione di Ananda Nagar, Distretto di Purulia, delle soluzioni semplici ed efficaci, pianificate dalla Ananda Nagar Development Society, per risolvere la carenza cronica di acqua e riportare l’equilibrio ecologico, anche in una zona semidesertica.
Il complesso di Ananda Nagar centrale (1), (città della beatitudine) di circa 4Kmq con le sue estensioni, è situato all’interno dell’ampia area denominata Rarh (letteralmente ‘terra rossa’), a nord-ovest della capitale Calcutta.
Area molto povera, arida, dal clima torrido d’estate, dove si possono sperimentare facilmente i 50 gradi all’ombra.
Soggetta per 3 mesi all’anno, alla furia dei monsoni e ad elevate precipitazioni, si può contare circa 1mt d’acqua piovana, mentre per altri 9 mesi la pioggia non si fa più vedere. Come conseguenza i fiumi sono in secca e ne risente sia la popolazione locale sia la flora che è nell’area del RARH, molto rada.
Il progetto di AN messo nero su bianco da Sarkar è imponente: prevede come prima azione per il ripopolamento umano la riforestazione con circa 1.000.000 di alberi, e progetti per la conservazione dell’acqua ‘piovana’. In secondo luogo la creazione di scuole, di tutti i livelli fino all’università, orfanatrofi, circa 70 aziende artigianali per la produzione dei beni primari, scuole per insegnanti, progetti per l’energia, agricoltura locale per l’autosufficienza, istituti di ricerca, e pianificazione dello sviluppo. Vi sono progetti di conservazione della flora e della fauna.
Sarkar ha previsto la costruzione, sul corso di questi 7 fiumi, di ben 43 sbarramenti e dighe. Ci siamo chiesti il perché, avendo a disposizione solo un fiotto d’acqua nel periodo siccitoso e un flusso torrentizio pauroso nel periodo dei monsoni.
Queste dighe, o sbarramenti, sono disposti a circa 400-600 mt gli uni dagli altri, a seconda della zona. La ragione secondo Sarkar è che la costruzione di due dighe sul letto del fiume a questa breve distanza crea, tra le due, un bacino d’acqua di cospicue dimensioni, si parla di circa 20.000 mc, e l’acqua penetrando gradualmente nel terreno va ad alimentare la falda acquifera che si alza progressivamente. Infatti asserisce Sarkar, “se la falda acquifera scende sotto i 16 metri, vi è desertificazione”, in quando le radici delle piante non sono in grado di pescare l’acqua scesa troppo in basso e muoiono.
Il risultato di questo semplice progetto è stata una esplosione del verde, sulle rive dei fiumi e nella zona interna, e lo sviluppo dell’agricoltura grazie alla possibilità di utilizzare l’acqua dei bacini per l’irrigazione e alla creazione di pozzi per l’acqua potabile.
La falda in alcuni punti si è alzata talmente tanto che se si scava un pozzo si trova acqua pulita a 5 metri di profondità.
Il progetto di Ananda Nagar, nel suo complesso e solo per ciò che riguarda la ‘conservazione dell’acqua’ e l’uso scientifico delle piante, prevede:
- piantumazione di 1.000.000 di alberi
- creazione di 1.000 laghetti e stagni sparsi su tutto territorio di AN, che si estende per circa 400kmq
- piantumazione di 5 file di alberi a crescita rapida e lenta sulle rive di questi stagni e laghetti
- piantumazione di piante da fiore per rendere questi luoghi dei “beauty spots”, luoghi esteticamente belli
- creazione di laghi di medie e grandi dimensioni
- collegamenti tra di loro per raccogliere e distribuire l’acqua piovana che in queste zone, nel periodo dei monsoni, raggiunge anche il livello di 1 metro.
Sarkar afferma che la presenza degli alberi favorisce la piovosità, assorbe la CO2, diminuisce le temperature locali. La combinazione acqua e alberi, riporta quell’equilibrio ecologico che con i cambiamenti climatici odierni sta scomparendo.
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